L’ARTE DI LEGARE LE PERSONE, di Paolo Milone
…non se ne esce puliti da queste pagine, questo non è un romanzo, non è un saggio, questa è una storia che racchiude noi stessi, è la storia umana, di giorno e di notte, della Psichiatria d’urgenza.
Un medico, i suoi appunti, attimi di una vita insieme alle persone che cerca di curare e che a loro volta lo curano, perché lo costringono continuamente a cercare di capire. E ad abbracciare, parlare, amare incondizionatamente, prendersi un pugno in faccia, le unghie nel braccio, tutta la paura di non guarire mai e di non essere più guardati negli occhi. “I matti sono nostri fratelli.
La differenza tra noi e loro è un tiro di dadi finito bene”. In questo libro c’è tutta l’umanità e l’intimità di un medico che vive tenendo tra le mani il dolore degli altri, delle ragazze con le lamette nascoste nelle mutande, degli uomini che all’improvviso si lanciano contro il muro con la testa. Bisogna prendersi addosso questo dolore, ma anche i corpi, le teste, gli sguardi, il sangue, le ciabatte spaiate, le canottiere lerce, l’odore del vomito. Bisogna scegliere, capire in due minuti se un paziente è convincibile o no, e poi offrirsi come campo di battaglia.
Un medico che parla con le madri piangenti. Con i padri ubriachi. E che impara tutte le bugie. Un medico che guarda l’abisso con gli occhi degli altri. Alla fine della lettura c’è spavento, commozione, tenerezza, fastidio, stupore. C’è tanta compassione. C’è quella cosa che si chiama vita. Non se ne esce.
L’ARTE DI LEGARE LE PERSONE, di Paolo Milone
Commenta per primo