NOTIZIA DI UN SEQUESTRO, di Gabriel García Márquez
Diventa difficile per me, dopo aver letto “Cent’anni di solitudine“, leggere altre opere di G.G. Marquez. In “L’autunno del patriarca” e ne “Il generale nel suo labirinto” ho ritrovato le atmosfere di “Cent’anni” a volte con “citazioni” altre con prefigurazioni; in “Nessuno scrive colonnello” e in “Cronaca di una morte annunciata” ho ritrovato la magia che l’Autore ha saputo creare col suo realismo magico. Questo “Notizia di un sequestro”, se vogliamo nemmeno un romanzo, si discosta dalle opere precedenti.
Quasi réportage, servizio, indagine, dossier giornalistico, parla delle vicende di dieci sequestri e sequestrati nella Colombia dilaniata nel terribile, sanguinario conflitto tra narcotrafficanti, “cartello di Medellin”, guerriglia politica e forze armate e di polizia abbrutite da violenze e prevaricazioni di cui esse stesse erano contemporaneamente vittime e carnefici, responsabili di violenze, oggetto di ritorsioni ed attentati.
Su tutto aleggia la figura, il mito, il potere economico, militare, di corruzione ed anche di condizionamento politico di larga parte delle stesse istituzioni colombiane di Pablo Escobar, deus ex-machina per quasi tutto il libro, che appare solo nella parte conclusiva.
In questo quadro, la prosa è asciutta, logicamente descrittiva, da cronista, da giornalista anche nel groviglio di parentele, ascendenze, relazioni personali e sociali. In questo quadro così poco favolistico e/o favoloso, così poco affabulante, idilliaco e fantastico, così poco “Macondo”, si colgono, si apprezzano e godono l’arte e, ancora una volta, la magia di Gabo.
Un Autore che affascina o lascia indifferenti e annoiati. Io, tanti anni fa, ne rimasi affascinato e ammaliato. E lo sono ancora.
Recensione di Antonio Rondinelli
NOTIZIA DI UN SEQUESTRO Gabriel García Márquez
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