NOTTI STELLATE, di Marcello Fonte
Cannes 2018. Marcello Fonte vince, con Dogman, il premio per miglior attore protagonista.
«Da piccolo, quando ero a casa mia e pioveva sulle lamiere chiudevo gli occhi e mi sembrava di sentire gli applausi. Adesso è vero…». Mi son venuti i brividi ad ascoltare queste parole.
Marcello Fonte è come un fiore nell’asfalto: raro, cresciuto con tenacia là dove nessuno potrebbe mai sospettare di veder crescere bellezza.
“Notti stellate” narra di Marcello, un piccolo eroe divertente, maldestro e pieno di candore che cresce nelle baracche lungo la fiumara di Marrani, circondato da una “vita violenta” da cui solo la sua immaginazione può salvarlo.
La mamma Rosa con i piedi nella terra fresca, il papà Peppino e la sua Simca di color oro, i suoi sette fratelli, i compagni di gioco, il suo tamburello sgangherato, il maestro di musica e il suo cane pieno di zecche che porta a giocare nella fiumara, tra le carcasse di auto, elettrodomestici rotti e confezioni di caramelle scadute… La povertà -tanta- e quelle lamiere, sopra la testa, che suonano come applausi quando piove perché l’immaginazione del piccolo Marcello è tanta, come la sua voglia di rivincita e di riscatto da un mondo che gli sta troppo stretto.
Bellissime le descrizioni, essenziali per entrare nella storia. I dialoghi sono veri, spesso divertenti e fanno capire molto la personalità dei diversi personaggi che si muovono sullo sfondo della storia e che, di questa storia, sono protagonisti.
È un romanzo molto significativo, capace di tenere incollati alle pagine… Permette di scoprire una realtà che non ci appartiene, forse, ma che appartiene alla vita di questo artista di cui siamo orgogliosi; ci fa vedere il mondo con lo sguardo semplice degli occhi di un bambino che alla povertà è abituato. Fa ridere, sorridere, emozionare. Bello… Consigliato!
«Sul palco di Cannes pensavo a Rosa e Peppino. Quegli applausi erano per loro.»
Chiudo il libro e penso alle contraddizioni di quel quartiere di periferia che conosco bene anche io. Mi accordo che, benché povero e con le strade disastrate, è un quartiere in cui il coraggio è ben più radicato dei rifiuti che qualche incivile, ancora oggi, abbandona per strada; la speranza è ben più profonda delle buche delle strade disastrate; la tenacia dei sognatori è ben più forte delle miserie umane…
Fiori nell’asfalto.
Recensione di Erika Polimeri
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