NOVEMBRE, di Gustave Flaubert
Confesso che non conoscevo questo romanzo, ma vedendolo esposto in libreria nello scaffale dei classici proprio alla fine di ottobre, mi ero detta:” sta per iniziare novembre, il mese che considero il meno gradevole dell’anno, perché non accostarsi alla lettura di un romanzo dal titolo NOVEMBRE se è scaturito dalla mente di un grande scrittore come Gustave Flaubert?”.
Come la maggior parte dei classici “ NOVEMBRE” inizia con una breve introduzione: breve perché il romanzo è breve, solo 137 pagine.
Nel caso specifico è stata curata da Giuseppe Aloe, un giovane autore di romanzi e racconti fra i quali La Logica del desiderio entrato nella lista dei finalisti del Premio Strega 2012, ma sull’introduzione non ritengo sia il caso di soffermarsi.
La trama
Questo romanzo è stato scritto nel 1842 e occorre sapere che in quegli anni Flaubert aveva appena superato gli esami di maturità (1840) e aveva incontrato una donna, Elisa Focault che aveva suscitato in lui un forte passione, ma ella era già sposata con l’editore di musica Schlesinger.
Pare che proprio la passione per Elisa, donna per lui proibita, si sia trasformata in mistica adorazione fino a divenire la musa ispiratrice delle opere: Memorie di un folle ( 1838) e Novembre.
La prima pagina antecedente l’inizio del romanzo, secondo me racchiude il senso:
“Per… trastullarsi e fantasticare” Montaigne
La trama di per sé potrebbe non avere nulla di eccezionale se non fosse un’opera di Flaubert scritta magistralmente.
Infatti ogni singola frase racchiuse un mondo o meglio i mutamenti dell’anima, la confusione che pervade spesso le anime intrepide, il disagio causato da chi cerca un senso nelle azioni, nelle cose, nella vita.
L’io narrante, che comunque dovrebbe essere l’autore, inizia raccontando che ama l’autunno, una triste stagione ideale per essere accostata ai ricordi e ….si lascia trasportare.
Pensieri, riflessioni, dubbi, prendono vita e perciò il racconto è lento, anzi è bene soffermarsi sulle parole per meglio comprendere. Si vivacizza nel momento in cui una sera, il protagonista decide di avere il primo rapporto sessuale e si reca da una donna disponibile.
Dalla descrizione però , non me la sento di definirla “ una prostituta” perché questa è una donna dotata di intelligenza e molta sensibilità e, in fondo non desidera altro che essere amata, consapevole che per lei l’amore è un sogno perché gli uomini che la cercano lo fanno unicamente per ottenere piacere, neppure le chiedono il nome e certamente se ne dimenticano.
Questo giovane uomo straordinariamente bello e fresco la colpisce molto, soprattutto perché lei percepisce che sia molto diverso dagli altri e, senza impegno ma con naturalezza gli dona tenerezza e piacere e lui rimane letteralmente frastornato.
Si allontana ma farà ritorno da lei la sera dello stesso giorno, ma non si accontenta di fare l’amore, inizia a conversare e lei apre il suo cuore in uno sfogo soffocato da anni.
Sicuramente lui prova un sentimento per lei, anche se difficilmente lo si può chiamare amore.
“ Marie non mi parlò più, anche se rimasi ancora una buona mezz’ora da lei; pensava forse all’amante assente. C’è un momento, nella partenza, in cui, come per presagi di tristezza, la persona amata non è già più con noi. Non ci furono addii, le presi la mano, lei fece lo stesso, ma la forza per stringerla le era rimasta nel cuore. Non l’ho più rivista.” Gustave Flaubert
Stralci
…. Il cuore dell’uomo non è forse una sconfinata solitudine nella quale nulla penetra? Le passioni che vi giungono sono come i viaggiatori nel deserto del Sahara, vi muoiono soffocate, e le loro grida non si odono affatto da fuori.
….poiché ci sono giorni in cui si è così tristi che si vorrebbe esserlo ancora di più; si sprofonda per il proprio piacere nella disperazione come in una strada facile, con il cuore gonfio di lacrime si raddoppia il pianto.
….Ci sono giorni in cui si vivono due esistenze: la seconda non è già più altro che il ricordo della prima, mi fermo spesso sul mio cammino davanti a un cespuglio, davanti a un albero, all’angolo di una strada, come se là, al mattino, si fosse verificato un avvenimento della mia vita.
Perché non abbiamo sentito abbastanza la nostra felicità quando l’avevamo fra le mani?
Sognare l’amore è sognare tutto, è l’infinito nella felicità, il mistero nella gioia.
Il desiderio di una donna che stata nostra è qualcosa di atroce, mille volte peggio del resto…
Per quanto si cerchi di seminare nuove passioni sopra quelle vecchie, queste ricompaiono sempre; non c’è forza al mondo che possa sradicarle.
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