NULLA D’IMPORTANTE TRANNE I SOGNI, di Rosalia Messina (Arkadia – settembre 2023)
Devo complimentarmi con Rosalia: ho letto questo libro con grande e crescente interesse, che è poi ciò che un autore desidera – per come la vedo io – dalla propria creazione.
La storia ruota intorno al conflitto tra due sorelle, tema spinoso quanto “classico” nella sua essenza di contrasto tra simili e diversi, tra due specchi della stessa realtà che aborrono, ciascuna in modo diverso e dal proprio angolo visuale particolare, alcune caratteristiche dell’altra.
Ro e Nana, le due sorelle Mortillaro, diventano quindi emblema di incomunicabilità, di impossibilità di dipanare ciò che le ha separate per una vita intera, di distanza per la vita e oltre la vita. Un monito, per tutti noi, a fare in modo di sopire ciò che di oscuro c’è nei nostri animi, per tentare di diffondere luce sulle tenebre e trovare modo, anche solo per un attimo, di “accogliere” l’altro.
Per tutta la lettura – e soprattutto nella seconda parte – mi sono interrogata , attraverso gli occhi di Anita, che di Ro (la sorella “forte”, la scrittrice diventata ricca grazie alla sua bravura nutrita dalla passione) diventa strettissima amica, su chi fosse davvero la sorella “cattiva”. L’autrice ha seminato alquanti dubbi che sono, poi, il sale della lettura.
Ho trovato molto “forti” e provocatorie le considerazioni sulla figura dello scrittore, pronunciate da Ro.
“Gli scrittori sono vampiri, mia cara”, aveva risposto Ro, senza neppure fermarsi a pensare. “Non siamo belle persone, non siamo generosi, non abbiamo rispettoper il prossimo. In ogni cosa che accade intorno a noi cogliamo spunti narrativi. Il nostro stesso dolore diventa materia da raccontare. Ogni paura, ogni cicatrice, ogni delusione, tutto, tutta la bellezza e l’orrore e il disgusto che la vita ci regala diventano materiale da elaborare, trasformare, masticare, risputare sotto forma di invenzione. La verità è che non inventiamo proprio niente. Ingurgitiamo la realtà, la trasformiamo in parole scritte che possono sembrare più vere delle cose vere”.
Recensione di Elisa Tomassi
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