NULLA SI PERDE Chloé Mehdi 

nulla si perde .

NULLA SI PERDE Chloé Mehdi

“Nei luoghi tranquilli in cui ti voleva il mio cuore, io respiravo un’eterna estate”

A.Camus, I giusti

Nulla si perde
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Questo libro parla di giustizia. Giustizia sociale, giustizia negata, giustizia tardiva. E parla anche di violenza.

Mattia ha 11 anni; vive in una banlieue francese affidato a Zè, suo giovane tutore, dopo che il padre si è suicidato in manicomio e la mamma lo ha abbandonato. Ha un fratello e una sorella, che vede pochissimo.

Zè viene da una buona famiglia ma in quanto ad equilibrio non è un campione neanche lui: per alcuni anni ha diviso la stanza in manicomio con il padre di Mattia. Fa il custode di notte, legge poesie e cerca di impedire alla donna che ama di suicidarsi. Il destino di Mattia e della sua famiglia è legato alla morte violenta di un quindicenne, Said, avvenuta qualche anno prima ad opera di un poliziotto; l’assoluzione di questi riaccende gli animi nel quartiere.

Da qui una storia dura, angosciante, purtroppo molto attuale. Narrata quasi interamente da Mattia, quindi resa meno cupa dal suo sguardo di ragazzino.

Mi ha colpita la pacatezza nel racconto di fatti spesso agghiaccianti; sembra la disillusione dovuta alla consapevolezza che in queste situazioni perdono tutti. Anche scappare non è detto che serva. Eppure non si deve rinunciare alla speranza che qualcosa possa cambiare, che qualcuno si possa salvare.

L’autrice è molto giovane, non ancora trentenne, nata in quella periferia di Lione dove ebbe origine negli anni ottanta la “Marche de beurs” (magrebini), movimento contro il razzismo e le discriminazioni sociali, quindi sa di cosa scrive. Interessante

Recensione di Elena Gerla

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