OGNI RANCORE È SPENTO, di Claudio Piersanti (Rizzoli)
La vita è una scelta, un modo di essere, di concepire il proprio destino.
“Ogni rancore è spento” è un libro uscito lo scorso anno che ho appena riletto. Non mi capita quasi mai di rileggere libri, ma questo è un capolavoro. Claudio Piersanti appartiene alla generazione dei Tondelli, dei Palandri, dei De Carlo. Il protagonista di questo bellissimo romanzo è il dottor Lorenzo Righi. Nella sua vita solitaria, di colpo percepisce il veleno dentro. Ha paura di ammalarsi, teme che il suo corpo possa soffrire di una qualche rara malattia. Si sottopone a tac, esami, analisi ossessive e ripetute, alla ricerca di qualcosa di terribile. Lui è un medico e sa che l’orizzonte della malattia è dietro l’angolo. È una sorta di malato incompreso (un Moliere, si potrebbe dire) che invecchiando peggiora. Orfano di madre, abbandonato dal padre, cova una rabbia contro il padre mai sopita. Non accetta la vita, per lui fonte di lutti, felicità, gioie, perdite.
Poi, all’improvviso, succedono due cose che lo cambieranno. Il ritorno del suo amico di università Paolo, ricco armatore, amante della bella vita, un dongiovanni impertinente, e l’arrivo di Rosalba, una ragazza sedicenne che viene dal Brasile ed ha qualcosa a che fare con suo padre. I legami si intrecciano e Lorenzo viene tentato dalle giovanili baldorie di Paolo, che gli regala una magica scatoletta rossa dal contenuto misterioso, provocandogli sollievo e smania. Là Lorenzo capisce che non è il suo corpo malato ma la sua anima. Il rancore che dà il titolo al romanzo è il mostro che l’ha inquinato e che non gli ha permesso di amare e di essere amato. Ma c’è sempre una via d’uscita, basta saperla cercare. Fare la pace col passato, accettare il passaggio dall’età adulta alla vecchiaia guardandosi allo specchio per capire cosa si è stati e cosa si è. Scritto magistralmente, è quasi una seduta sul lettino dell’analista: aiuta a guardarci dentro. Consigliatissimo
Recensione di Angelo Orsingher
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