OI DIALOGOI. I DIALOGHI DI BELLAVISTA, di Luciano de Crescenzo
In un periodo che appare paradossale sul piano logico, pratico e morale ho scelto di affidare parte del mio tempo libero, molto per la verità per le ragioni a tutti noi note (purtroppo), alla lettura di questo libro di De Crescenzo, personaggio quest’ultimo che non manca mai di affascinarmi.
Scritto nel 1985 come sequel di “Così parlò Bellavista”, De Crescenzo crea un gruppo di novelli pensatori che filosofeggiano fondendo umorismo partenopeo e acume greco antico.
E questo filosofeggiare mescolato con i “fattarielli” delle vie e delle case di Napoli crea un effetto di genuina ilarità, spesso a denti stretti, capace di allontanare il lettore dall’ odierna triste realtà, almeno per quelle ore in cui è immerso nella lettura.
Fanno sempre bene i libri di De Crescenzo: in prima battuta allegri, spassosi, leggeri, successivamente, e sempre a discrezione del lettore, portano a una più profonda meditazione filosofica sul bene e sul male, l’essere o non essere, sulla vita e sulla morte, un eterno ondeggiare fra atavici dilemmi umani.
Mi è piaciuto, ma di questo non avevo alcun minimo dubbio: De Crescenzo Foreven
“Donne che trascorrono la vita in silenzio a guardare la televisione, uomini che vanno a vedere la partita di calcio senza praticare sport, ragazzi e ragazze che ballano da soli senza mai sussurrarsi poetiche frasi all’orecchio! Dammi ascolto, o Critone, è la parola il vero dono di Dio, è il dialogo l’unica alternativa che hanno i nemici per evitare la contesa…”
Spero che questo periodo di arresti domiciliari ci faccia apprezzare il concetto di libertà nello spazio non solo visivo, di movimento e di largo respiro ma soprattutto nelle personali piccole gioie quotidiane. Forza mia bella Italia
Recensione di Patrizia Zara
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