OLIVE KITTERIDGE Elizabeth Strout (Fazi)
Recensione 1
Il libro racconta la vita di Olive Kitteridge, una maestra del New England; dalle diverse angolazioni dalle quali la storia è narrata, emergono il suo carattere e il suo rapporto col marito e il figlio, rapporto che ha condizionato buona parte della sua vita.
Ecco un ottimo romanzo per quei lettori che amano i libri incentrati sull’introspezione dei personaggi, poiché la trama è molto esile e tutto il volume è teso a costruire il ritratto della protagonista, componendolo come un puzzle i cui pezzi sono costituiti dai capitoli stessi, strutturati in forma di racconti dove il personaggio principale a volte è presente solo sullo sfondo: questo gioco di incastri è l’espediente che utilizza l’autrice per una riflessione onesta ma malinconica sulla vita, sul suo svolgersi attraverso eventi lieti o drammatici, sull’invecchiare e sul reagire davanti alla paura della morte.
Non meno di Olive, è protagonista del romanzo la cittadina di Crosby, descritta accuratamente con le sue strade, le sue case, all’interno delle quali si svolgono altre storie come quella di Olive, che il lettore ha l’impressione di poter vedere da fuori, dal punto di vista di invisibile e privilegiato spettatore.
La vicenda umana narrata è simile a molte altre, perfettamente realistica e credibile, così come “vero” è il ritratto psicologico che risulta alla fine, tuttavia la mancanza di una trama corposa è evidente e non fa di Olive Kitteridge una lettura per tutti, anche se lo stile della scrittrice è senza dubbio da ammirare: preciso, acuto, ricco e perfetta mente in grado di rendere l’idea di un’America tradizionale, anziana ma dignitosa, che in qualche modo vuole ancora dire la sua a un’America invece priva di radici e interessata solo al presente, della quale è emblema il figlio di Olive.
Gli amanti del genere non devono farselo sfuggire, chi ha invece necessità di maggior ritmo e narrazioni dense potrà trovarlo un po’ noioso.
Recensione di Valentina Leoni
Recensione 2
Ambientato nella cittadina di Crosby, nel Maine sull’Oceano Atlantico, questo libro è composto da una serie di storie diverse, come se si trattasse di racconti, in cui c’è però un filo conduttore: la vita di una donna, Olive Kitteridge, un’insegnante di matematica, una donna burbera dal difficile carattere, che in qualche maniera è venuta a contatto con i diversi personaggi di cui vengono narrate le vicende.
Insomma, se vogliamo, uno spaccato di vita di una piccola cittadina americana, con storie di solitudine, di vecchiaia, di occasioni perse, storie familiari, di matrimoni e tradimenti, che Olive vive o vede vivere dai propri concittadini; queste storie, che seguono il percorso della vita di Olive, sono quasi sempre storie intime, intrise di una sottile sofferenza di fondo e della consapevolezza che il tempo scorre senza pietà e senza che nessuno possa farci niente: “A volte mi sembra di non poter mai vincere”. “Non puoi vincere” aveva risposto Henry “Puoi solo fare del tuo meglio”.
Un romanzo intenso con una scrittura tranquilla in cui si esprimono gli umori della protagonista, attraverso la rappresentazione di tanti piccoli momenti e di tante relazioni interpersonali, mantenendo comunque una certa delicatezza d’ insieme, ma sostanzialmente attraversato da grande malinconia e dalla paura di rimanere da soli e senza amore.
Recensione di Ale Fortebraccio
OLIVE KITTERIDGE Elizabeth Strout
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