ON THE ROAD, di Jack Kerouac
E così ti imbatti in qualcosa che stava lì, gualcito e dimenticato, in attesa che ti riconciliassi con una parte di te, e apri la prima pagina di una vecchia rivelazione. Quei personaggi li conoscevi bene, li conosciamo tutti, perché siamo tutti un po’ figli di Dean e Marilou, tutti fratelli di Sal. Solo che alla fine abbiamo raggiunto la meta, trovato la terra promessaci dalla strada e abbiamo perso tutto il resto.
Perso la fame di avventura, la curiosità maniacale per gli altri e per tutto quello che non abbiamo mai incontrato. L’entusiasmo di entrare in macchina in sei, chiudere uno sportello, ingranare la marcia e andare a conoscere per la prima volta un posto nuovo, una pianura che profuma di fieno nella notte, una città che vibra di attività, musica di bassifondi e passioni liberatorie.
Ormai non abbiamo più fame, il mondo lo abbiamo già visto prima di partire per un viaggio. Un ragazzo scende dal mezzo di trasporto e già si guarda in giro annoiato prima di fare il primo passo dentro la città mai più sconosciuta. Perché non c’è più niente di sconosciuto e niente più poesia della strada.
Questo è “On the Road”, il ricordo improvviso dell’attimo prima che la luce della novità si spegnesse e lo straordinario potere della faustiana conoscenza globale ci privasse per sempre del vagabondaggio, della disubbidienza e della gioia di andare.
“Dove? Non lo so, ma dobbiamo andare… ”
Il piacere di leggere “On the Road” sta nel viaggio, nel non avere fretta di arrivare a fine libro, nell’entrare nella pelle dei personaggi sconclusionati e umanissimi, nella disponibilità a percepire le vibrazioni eccitanti di un’America che è arcigna e maestosa ma è ancora tutta una promessa.
Quando avrai letto “On the Road” sarai stato testimone oculare di come i giovani siano diventati a un certo punto protagonisti ribelli delle loro vite. E ti sembreranno ingenui perché tu sì che sai come sarebbe andata a finire tutta questa ondata di fermento, che tutto si sarebbe di nuovo spento in una calma piatta di individualismo e consumismo, ma la poesia è tutta lì.
Recensione di Valeria Lo Monaco
ON THE ROAD Jack Kerouac
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