OPEN, di Andre Agassi
Questo libro ha costituito una lettura insolita, per me: infatti, raramente leggo le biografie dei contemporanei e di tennis non so niente più che i nomi dei giocatori più famosi.
Con queste premesse, non mi sarei mai sognata di affrontare l’autobiografia di Agassi, atleta il cui nome si perde per me in ricordi adolescenziali,ma a farmi cambiare idea fu una recensione di Alessandro Baricco, autore che stimo molto come critico, decisamente meno come romanziere.
l libro, in realtà, è un’autobiografia fasulla perché è opera di un celebre saggista, J. Moheringer, che in questo caso funge da ghostwriter di lusso: attraverso la rievocazione della sua carriera, Agassi analizza il suo rapporto col tennis, senza insistere eccessivamente sulle questioni tecniche ma concentrandosi su tutti gli aspetti della sua vita che il tennis ha plasmato o modificato; alla fine, l’impressione è di aver passato con lui qualche ora dall’analista, ma la prosa impeccabile ha reso la seduta davvero avvincente.
Molto ben descritti i personaggi che affiancano il protagonista nella sua vicenda umana e sportiva: il padre fanatico, il direttore di un’accademia di perfezionamento descritta come un lager, la prima moglie, tanto bella e famosa quanto incapace di entrare in sintonia, descrivendo con essi la parabola di un uomo che passa oltre vent’anni sui campi da tennis di tutto il mondo, diventando un riluttante numero uno, ma che sembra iniziare a vivere solo il giorno in cui finalmente può appendere la racchetta al chiodo.
Quello che mi ha colpito è che, al netto delle esagerazioni pensate per far colpo sul lettore, tutte le vicende narrate nel libro sembrano prese da un film o un manga sportivo, mentre sono tutte vere ed è davvero ammirevole il modo in cui la narrazione si fonde con esse, trasformandosi in un ottima prova di narrativa.
Lettura consigliata a tutti.
Recensione di Valentina Leoni
Titolo presente anche in Un Libro in un Tweet
Be the first to comment