OPINIONI DI UN CLOWN  Heinrich Böll

OPINIONI DI UN CLOWN, di  Heinrich Böll (Mondadori)

“I cattolici mi rendono nervoso perché sono sleali”

“E i protestanti?” domandò ridendo

“Quello mi fanno star male con quel loro pasticciare intorno alla coscienza”

“E gli atei?” rideva ancora.

“Quelli mi annoiamo perché parlano sempre di Dio”.

“E lei che cos’è, in conclusione?”

“Io sono un clown”.

Nella Germania dei primi anni ‘60, che troppo in fretta ha forse liquidato le questioni etiche legate al nazismo, in ambienti caratterizzati da forti sentimenti religiosi, vive Hans, di professione clown. Il suo declino umano e professionale comincia quando la sua Maria, fervente cattolica, lo abbandona per proseguire il suo percorso: Hans, pur amandola, non l’ha mai sposata e vivono scandalosamente nel peccato, spostandosi da un hotel all’altro in funzione degli spettacoli di Hans. La separazione da Maria, che probabilmente è poi andata in sposa a Züpner, altrettanto cattolico, fa precipitare nel baratro Hans.
Questo di Böll, premio Nobel per la letteratura del 1972, è una feroce critica all’ipocrisia della società tedesca post bellica e degli ambienti cattolici e religiosi, in generale. Hans, senza più un soldo, senza lavoro, senza amore, non rinuncia al suo sarcasmo, pur chiedendo soldi a destra. In più, tutto ciò che è nell’immaginario collettivo in merito a un clown, qui trova pieno riscontro.
Finale amaro e disperato.
Bello.

Recensione di Nadia Carella

OPINIONI DI UN CLOWN  Heinrich Böll

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