ORIENT, di Christopher Bollen
Io lo so che non devo leggere i gialli.
Ma quando ti dicono, “leggi questo che è bellissimo”, mi faccio tentare. Ci casco insomma, e come sempre, alla fine, mi pento.
Perchè mi pento?
Perchè è sempre la solita storia. Dedichi ore di lettura che poi si sciolgono nelle ultime pagine con il famoso “colpo di scena”. Rimani così come un pirla, senza niente che ti resta nella testa (non parliamo nell’anima) , a parte il pensiero del “ma toh guarda chi è stato”.
I gialli dovrebbero almeno distrarti. Dovrebbero essere i cosiddetti “page turner”.
Ma per essere un page turner di 673 pagine (dico 673!) o ti chiami Stephen King o meglio lasciar perdere.
E infatti questo si chiama Bollen.
In definitive è un gran minestrone, con gli ingredienti più disparati (compresi “animali mutanti”). Tutti atti a depistare e creare mille possibili colpevoli e moventi. La scrittura è appena appena sufficiente. La noia invece abbonda. Se il Bollen lo avesse riassunto in metà pagine avrebbe fatto cosa buona e giusta. Invece nulla. Si dilunga in imbarazzanti tentativi di romanzare la storiella. Senza alcun esito.
In definitive, fortemente sconsigliato
Recensione di Alfredo Simonetti
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