OSSIGENO, di Sacha Naspini (E/O)
Laura viene rapita a otto anni da uno psicopatico insospettabile. Agli occhi del mondo il suo carnefice è un rispettabile e stimato professore universitario, padre di Luca.
Quando Laura viene liberata di anni ne ha 22.
Sembra la fine di un incubo, ma la sua vita, così come quella della madre e di Luca sono stravolte: il “ritorno alla normalità” è una sfida durissima da affrontare e dall’esito incerto.
Ero curiosa di leggere subito un’altra opera di questo autore dopo “Le case del malcontento”.
“Ossigeno”, a mio parere, non ha la stessa complessità strutturale e rientra in un’ortodossia linguistica riservata nell’altro libro solo al finale.
È una lettura meno ricca, meno avvolgente; per certi versi, è ancora più dolorosa.
Ho ritrovato la grande capacità dell’autore di scavare a fondo nell’animo umano, senza risparmiare niente, descrivendo le emozioni con una forza che mira dritta al cuore.
Fa parte di quelle letture che fatichi a scrollarti di dosso perché creano uno scombussolamento emotivo notevole, richiedendo l`alternanza con letture più leggere che ti permettano di rifiatare.
Il finale anche in questo caso – come nel libro precedente – mi è sembrato essere un tono sotto rispetto al resto della storia.
Adesso, mi prenderò una pausa, rifugiandomi in una lettura che lasci spazio al sogno, al colore, a un mondo diverso, forse anche un po’ inventato, ma di cui tutti abbiamo bisogno.
Recensione di Laura Pancini
OSSIGENO Sacha Naspini
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