OUTCAST, di Alina Bronsky (Corbaccio)
Juliana ha 15 anni, una vita ordinata e regolare in una società immaginaria, dove ai Normali (i buoni) si contrappongono le Fate (i cattivi), con i Freaks a fare da sfondo, tollerati a stento da chi detiene il potere.
La famiglia di Juliana appartiene ai Normali o almeno è quello che lei ha sempre creduto; ma all’improvviso sua madre sparisce e le cose si complicano. Chi è davvero sua mamma? Perché il padre non fa niente per trovarla? È davvero possibile che abbia volontariamente abbandonato i suoi tre figli?
Se non siete “Young Adult” (come me purtroppo!) – ma secondo me anche se lo siete – potete tranquillamente evitare questo libro, che prendendo spunto qua e là dai classici, mescola distopia e fantasy con una certa presunzione ma con risultati insoddisfacenti. La difesa ad oltranza delle convenzioni, dell’omologazione, della normalità che assicura vite serene e senza scossoni. Come via di fuga l’Arte, opera delle Fate, portatrice di turbamenti ma anche oggetto del desiderio (perché le cose proibite hanno sempre grande fascino e talvolta anche un ottimo mercato).
A conti fatti il problema non mi sembra la mancanza di originalità (gli Asimov sono veramente rari, purtroppo e lo sappiamo) ma piuttosto il modo con cui l’autrice “usa” questi spunti già visti e rivisti. Leggi e sai già dove va a parare sia il racconto sia la “morale”: tutto facile facile, un po’ troppo.
Young Adult, non Silly Adult, quanto è importante non dimenticarlo mai!
Vedo che è il primo di una trilogia, può essere anche che acquisti spessore nel suo complesso ma direi che non sarò io a scoprilo.
Bella copertina!
Recensione di Elena Gerla
OUTCAST Alina Bronsky
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