OVUNQUE IO SIA Romana Petri
La forza di questo romanzo è la sua lunghezza, che non scoraggia, che non inibisce, che non stanca. È una storia di oltre seicento pagine, che appassiona, che ti prende, ti trascina con se, come il mare in burrasca, intervallate dai silenzi dei protagonisti, che assomigliano alle spiagge di inizio giugno.
Romana Petri disegna tre figure di donne, destinate ad essere ricordate a lungo. E mentre ci racconta di loro, ci parla di noi. Ofelia, con la sua arrendevolezza; Margarida, che aspetta per tutta la vita; Maria do Ceu, il suo coraggio ed il suo orgoglio. Manuel, Carlos e Tiago, sono gli uomini con cui intrecciano i loro destini, e che le porteranno verso il dolore. Storie che sottolineano, ancora una volta, la differenza di genere: da una parte la sottomissione della donna, dall’altra i privilegi degli uomini, che li rendono però meschini, gretti ed egoisti.
Si parla, in maniera viscerale, di maternità. Concessa o negata. Fonte di gioia, ma anche di dolori e sacrifici.
Le vicende si snodano dagli anni ’40 fino ai giorni nostri, in un Portogallo piegato dalla dittatura di Salazar, che termina con la rivoluzione dei garofani. Lisbona, con la sua struggente bellezza e malinconia, che viene contemplata, in una sorta di preghiera.
Questo romanzo è un affresco, che deve essere letto.
Recensione di Chiara Castellucci
Questo titolo è presente anche in Un Libro in un Tweet
Be the first to comment