PADRI E FIGLI, di Ivan Turgenev
• Padri e figli • anno 1862 Turgenev analizza il conflitto generazionale fra gli aristocratici padri, relativamente immobili nelle idee e nell’economia di proprietari terrieri e i figli, democratici, che ritengono superati i valori dei genitori.
Ma mentre la maggior parte dei “figli” propone una rivoluzione di idee destinata a spegnersi in un brevissimo lasso di tempo, quasi fosse una moda che lascia il posto al comodo divenire di una pigra agiatezza, Bazàrov, il vero nichilista, l’eroe del romanzo, sfugge a questo appiattimento. Bazàrov infatti più che nichilista è un idealista comunista, che crede nella scienza e si adopera per essa e se il tempo gliene avesse dato modo, sarebbe diventato un evoluto ed efficace medico condotto.
È lo stesso autore a precisare, in una lettera a Slucevskij (porta e critico del tempo che aveva scritto a Turgenev delle reazioni negative suscitate dal romanzo fra gli studenti russi) che “Balzàrov schiaccia tutti gli altri personaggi del romanzo. Le sue qualità non gli sono attribuite a caso. È onesto, sincero e democratico fino alla punta delle unghie”.
Forse è l’autore stesso ad identificarsi in un giovane così ardito, sanguigno, irrispettoso delle regole senza mai essere volgare o scostumato ma pieno di ideali e di progetti e di volontà di migliorare.
Recensione di Barbara Gatti
PADRI E FIGLI Ivan Turgenev
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