PAO PAO, di Pier Vittorio Tondelli (Feltrinelli – marzo 2024)
Romanzo discriminante: tutti gli uomini sotto 1.85m sono considerati subumani, irrilevanti.
Il mondo è dei granatieri.
Di granatiere neanche l’ombra.
Storia di uno scrittore alle prese con il servizio militare.
Che si rivela una festa, un’orgia in mimetica. Pur nelle difficoltà della naja.
Il Nostro è un tipo sgamato: furiere in compagnia Comando, esente da marce e picchetti, spesso e volentieri in licenza grazie a sotterfugi da imboscato.
Chi è passato per le patrie caserme sa di cosa parlo e conosce l’uso del linguaggio qui utilizzato.
Per tutti gli altri fa lo stesso. Tanto è probabile che siate più bassi del minimo sindacale di 1.85m quindi chivicaga?
Nella prima parte PierVittorio parte molto bene. E c’è da dire che lo spirito stilistico che anima quelle pagine iniziali resterà invariato in tutta l’opera.
Una scoppiettante propensione a un linguaggio creativo ed innovativo, una cadenza personale, un guizzo che ha della felice genialità. E irriverenza.
Poi però questa irriverenza tracima. La rilassatezza si trasforma in sbrago (per dirla con un altro termine da camerate), il desiderio in continua brama di attuazione, i pensieri in ossessione, gli amori in devastazione.
Si perde un po’ di vista l’esercito, si entra in storie di letto e vagabondaggi e paranoie e frenesia che si arrotolano un po’ su se stesse.
Ad ogni modo, lasciato decantare, resta uno scatto fotografico significativo di un mondo (anzi di un paio di mondi) che il talento di PierPaoPao sa raccontare con lo stile che gli è proprio.
Consigliato ai maggiori di 1.85m.
(a me mancano 7 centimetri, per cui non lo rileggerò)
PAO PAO ☆ Pier Vittorio Tondelli
Recensione di Marcello Ferrara Corbari
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