PAURA, di Stefan Zweig
Irene è una giovane e bella signora appartenente alla borghesia viennese di inizi novecento. È sposata con un facoltoso avvocato, ha due bambini, una vita agiata e regolare. Troppo regolare! Molto noiosa…e allora perché non concedersi un po’ di distrazione con un timido pianista che vive in periferia, lontano dalla città dei ricchi, dove nessuno la conosce? Mica passione, no! non sia mai detto, lei non perde mai il controllo!
Semplicemente un’avventura, che parte come sfida alla routine e che presto viene ricondotta a routine anch’essa. Però come si dice, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. L’apparizione improvvisa di una donna che inizia a ricattare Irene la farà sprofondare in una tempesta di emozioni e turbamenti mai provati prima, da cui sembra non avere scampo. Fino al colpo di scena finale.
Insomma Irene è un monito, l’invito che ci fa l’autore a pensarci bene prima di agire e ad affrontare a testa alta le conseguenze, quando si è deciso di agire.
Direbbe il grande Troisi:” Sì, sì, mo’ me lo segno!”
Piccolo libro bellissimo!
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