PERICOLI DI UN VIAGGIO NEL TEMPO Joyce Carol Oates

PERICOLI DI UN VIAGGIO NEL TEMPO, di Joyce Carol Oates

 

Adriane ha quindici anni, vive con i genitori in una versione degli Stati Uniti post 11 settembre, dove la guerra al terrorismo è diventata presto guerra al diverso e ha portato al bando di tutto ciò che non è omologato.

Non è permesso essere curiosi, non è permesso fare domande, non è permesso essere brillanti.

Adriane lo è, ingenuamente non riesce a nasconderlo e viene punita: teletrasportata indietro nel tempo, negli anni 60, senza più notizie della sua famiglia, con un nuovo nome, in un college che più medio non si può, per “normalizzarsi” e quindi redimersi.

E forse dopo ritornare nella sua vita.

Fino a qua non particolarmente originale ma piuttosto intrigante; poi secondo me la storia si arena, qualche accenno filosofico, un assaggio dell’America di quegli anni, una deriva sentimentale.

Sinceramente non mi è del tutto chiaro dove voleva andare a parare. Sicuramente un inno alla libertà e all’importanza del senso critico, una denuncia dei regimi totalitari, ma anche (forse un po’ troppo) “La casa è dove si trova il cuore”. Mah!

Però che scrittura. Ogni volta che leggo qualcosa di suo, anche le cose che mi sono piaciute di meno come questo, non posso fare a meno di pensarlo. Pazienza, mi rifarò, ho ancora tanto da leggere di questa grande scrittrice.

Recensione di Elena Gerla

PERICOLI DI UN VIAGGIO NEL TEMPO Joyce Carol Oates

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