PERMANI, di Carlo Simonelli (Pellegrini Editore)
Permani è un romanzo affascinante anche se di non facile lettura: il lettore deve infatti calarsi in una atmosfera rarefatta ed indolente per cogliere fino in fondo le sfumature dei due personaggi principali, Kevin/Renato e Massimo/Renato.
Renato è il personaggio assente, la cui assenza giustifica la storia: è il punto di partenza per una prima citazione, l’Agamennone di Eschilo, che colloca questo romanzo fra le storie di vendetta, espiazione, giustizia. È anche un viaggio: un adolescente quasi abbandonato dai distratti genitori che lo affidano ad un nonno sconosciuto; due personalità complesse e solitarie che nel corso di una vacanza (o di un viaggio di commiato) nel paese natale del nonno lentamente iniziano a comunicare tramite la lettura di libri significativi, fino a diventare l’uno la salvezza dell’altro. Massimo, il nonno, ha un passato di storia politica che ha causato una scelta di vita difficile alla ricerca dell’espiazione, scelta che lentamente mostrerà a Kevin tramite i testi consigliati per la lettura, con un percorso etico e storico che porterà il ragazzo a comprendere senza giudicare. Come nell’Agamennone, non sarà una sorta di giustizia umana che Massimo applica ferocemente a se stesso, come carnefice e vittima, a sanare il suo tormento, ma una interpretazione di giustizia divina.
“Sei tu che lo dici…per me, morire ora sarebbe una grande grazia”.
Le parole del Coro dell’Agamennone risuonano in tutto il libro, come pure la figura di Raskolnikov, in Delitto e Castigo di Dostoevskij.
Un libro di grande intensità, scritto con una prosa chiara e scorrevole, ma da leggere con calma e grande cura per poter cogliere le molte sfumature: la storia contemporanea, il terrorismo, lo svelarsi di un mistero familiare, i riferimenti letterari, sociali e politici, la nascita di un rapporto profondo fra nonno e nipote, l’analisi di caratteri vivi e complessi (bellissima la figura della zia Betta); non mancano colpi di scena che repentinamente spostano l’attenzione e mostrano la storia su altri piani.
In sintesi, un libro impegnativo ma che lentamente, appunto, diventa sempre più intrigante.
Recensione di Simona Vagaggini
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