PIANO D, di Simon Urban
Questo oltre che essere un sorprendente e fantastico giallo è un libro distopico.
Ma qui la distopia non è ambientata in un lontano futuro bensì ai nostri giorni, in un mondo che non è il nostro, ma che potrebbe esserlo.
In un mondo dove il Muro di Berlino non è mai caduto e la DDR esiste ancora sotto il giogo dell’Unione Sovietica senza essersi mai riunificata con la Germania Ovest, e dove la delazione e la sorveglianza continua delle “vite degli altri” sono la prassi quotidiana.
Un mondo dove il colore dominante è il grigio in aperto contrasto con le sfavillanti luci al neon dell’Ovest.
E’ in questo contesto che il capitano Martin Wegener dovrà svolgere la sua inchiesta sull’omicidio di un diplomatico che minaccia di far saltare le trattative sul transito di gas dalla Russia al mondo Occidentale.
Ed è proprio per non compromettere i già fragili equilibri tra Est e Ovest che al nostro capitano, dalla figura un po’ dimessa come potrebbe essere quella del Tenente Colombo, viene affiancato un super-agente della Germania Ovest. Un superman elegantissimo accanto al quale Wegener sembra mantenere un basso profilo…
Un romanzo ucronico scritto magistralmente, ricco di colpi di scena ma anche carico di umanità ed occasione di riflessione profonda sulla natura delle dittature passate e presenti.
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