PICCOLE DONNE, di Louisa May Alcott
Vale ancora la pena leggere Piccole Donne? Credo proprio di si perché
come insegna Italo Calvino, un classico è un libro che non ha mai finito di insegnare qualcosa.
Ed infatti, al di là del periodo storico e della trama, delle mode e dei costumi, nel romanzo vengono espressi quei valori universali senza tempo e senza spazio che dovrebbero essere prerogativa di tutto il genere umano.
I dialoghi semplici, lo stile trasparente evidenziano quelle universali proprietà quali la solidarietà, la stima reciproca, e, soprattutto, il rispetto per le singole individualità ed inclinazioni.
L’educazione non è mai intesa come repressione, nè l’obbedienza nè la sottomissione. Iniziativa e spirito d’indipendenza vengono sempre incoraggiati.
Interessante la figura della madre che coi suoi silenzi riesce a essere il muro portante per la crescita delle sue figlie, senza dominare nè stravolgere la personalità innata di ognuna, ma comprendendo e consigliando con vigile affetto.
Le quattro ragazze riescono a farsi amare perché ognuna di esse sa essere se stessa, non indossano maschere né utilizzano trucchi, ma, al contrario riescono a godere delle piccole cose senza tuttavia rinunziare ai loro sogni adolescenziali.
E nello scorrere della vita quotidiana, fra gioie e dolori, riescono con il sostegno materno, a diventare più forti, più coraggiose, più intraprendenti, più determinate tanto da apprezzare il loro piccolo mondo sapendo che nuovi orizzonti si apriranno in un futuro che saranno in grado di affrontare nel bene e nel male.
“Dedicate alcune ore al lavoro; fate che ogni giornata sia al tempo stesso utile e piacevole, e dimostrate di capire quanto è importante il tempo usandolo bene. Allora la giovinezza sarà bellissima, la vecchiaia vi porterà pochi rimpianti e la vita sarà un successo, nonostante le difficoltà “
Recensione di Patrizia Zara
PICCOLE DONNE Louisa May Alcott
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