PICCOLI MOSTRI, di Enrico Ruggeri (Feltrinelli)
Enrico Ruggeri scrive bene. Ma non vale la pena spenderci troppe parole perché la maggioranza di chi passa rollando da queste pagine virtuali lo fa perché vuole tenersi informata sui libri che contano, non sulle mezze calzette.
Sapere ciò che si deve o non deve leggere.
Conoscere la capolavoriosità di questo o quel libro già conclamato.
Apprendere ciò che si deve assolutamente leggere anche se ancora non se ne ha avuto tempo, e si è già al terzo comodino ricolmo di libri in attesa di essere avidamente consumati.
Dunque Ruggeri scrive bene ma non strappa il cuore, non è un capolavoro, non è famoso per la scrittura (ad ogni professionista il suo ambito: vi fareste mai aggiustare il lavandino da Enrico Mentana, anche se ve ne parlassero bene?), non ha vinto premi importanti.
E poi è anche un libro breve, 96 pagine (di racconti, tra l’altro: genere privo di fascino commerciale). Breve e bello in letteratura non vanno d’accordo. Il lettore vuole sguazzare nel pathos, perdersi nella storia per ore, passarvi dentro intere notti in bianco per poi poterlo raccontare. Agli amici, ma soprattutto ai nemici.
Ruggeri è caustico.
Osservatore attento della realtà e vorace lettore a sua volta, questo emerge chiaramente sia dal suo vocabolario ma soprattutto (il vocabolario forbito si fa presto a raccimolarlo) dalla maniera in cui stende le frasi, ricama su un concetto, ne sottintende un altro.
Ha uno stile un po’ ruvido, pur non volendo esserlo, a mio avviso. È un rocker suo malgrado, potremmo dire, anche nella scrittura. Rimane quell’impronta post-punk (Ruggeri è stato un duro e puro di quella musica ribelle e sgraziata quando chi la faceva era autenticamente ribelle e dis-graziato, e rischiava le penne).
Ma ha una fantasia molto prolifica. Intuizioni che si susseguono. Situazioni originali, immagini che vanno a segno. Insomma, non è un pirla qualunque, narrativamente parlando.
Volendo fare un parallelo sportivo (che non è simpatico fare) Ruggeri batte Manuel Bova cinque a zero. Ma i bookmakers sanno che i pronostici danno vincente il secondo.
Io non sono bookmaker ma soltanto bookreader, e so che non lo leggerete.
Ma sbagliate.
PICCOLI MOSTRI ☆ Enrico Ruggeri
Recensione di Marcello Ferrara Corbari
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