PICCOLO MONDO ANTICO, di Antonio Fogazzaro
Questo romanzo è un capolavoro della letteratura del Risorgimento italiano.
Ambientato nella Valsolda intorno al 1850, narra di Franco Maironi, appartenente a una nobile famiglia, che vive con la nonna marchesa. Franco vìola le regole della nobiltà sposando Luisa, una ragazza di origini modeste.
La nonna, contraria al matrimonio, disereda il nipote. I due sposini sono uniti dall’amore e dalle idee liberali ma divisi da profonde differenze caratteriali. Luisa è intelligente, forte, razionale, orgogliosa, crede in Dio e nella giustizia divina ma non nella Chiesa; Franco è invece uomo di fede, passionale, idealista, pervaso di fiducioso ottimismo.
I due saranno travolti da inganni, tradimenti e vicende drammatiche che lasceranno il segno nelle loro vite, soprattutto in Luisa che perderà definitivamente la fede in Dio e diventerà sempre più cupa e fredda.
Fogazzaro descrive minuziosamente i caratteri di tutti i personaggi, racconta con dovizia di particolari i luoghi da Milano a Lugano.
Il romanzo mi è piaciuto molto anche se ci ho messo un po’ a entrare in questo piccolo mondo antico. Il linguaggio ottocentesco è un po’ ampolloso, lo stile risulta difficile per l’abbondanza dei dialoghi in dialetto ma è anche ironico e divertente nella descrizione di alcuni personaggi.
I temi affrontati sono innumerevoli e tali sono le riflessioni che ne scaturiscono: liberalità e autoritarismo, amore e odio, ragione e sentimento, fede e ateismo.
Ammirevole il sentimento di amore per la patria che portò all’Unità d’Italia ma che, oggigiorno, è molto raro.
I lombardi godranno appieno di questa lettura; a tutti gli altri, suggerisco un’edizione con le note che traducano il dialetto.
Recensione di Giulia Ciarcià
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