PIERRE E JEAN, di Guy de Maupassant
Pierre e Jean sono fratelli, ma non potrebbero essere più diversi: Pierre scuro e corrucciato, Jean biondo e dolce.
Un giorno, Jean scopre di essere l’unico erede di un vecchio amico di famiglia, e la cosa insospettisce Pierre, che scopre così che Jean è soltanto il suo fratellastro.
Pierre inizia a rimuginare sulla faccenda e cade preda di una gelosia, facilmente mutata in un’autentica follia, che lo porterà ad abbandonare anche la famiglia.
Un dramma familiare, neanche troppo originale, offre all’autore lo spunto per scavare nelle profondità dell’animo umano, in quei sentimenti irrazionali tra cui si annida la follia, tema che gli fu sempre caro: attraverso le pagine di questo studio psicologico originale, il lettore impara a conoscere l’animo tormentato e sensibile del protagonista, analizzato con lucidità e freddezza secondo i dettami della narrativa “naturalista”, osservando il modo in cui distrugge quella famiglia a cui è tanto attaccato.
Come tutti i classici, Pierre e Jean parla a lettori di generazioni ed epoche diverse, raccontando non solo i processi psicologici della mente del protagonista ma anche i delicati e tortuosi percorsi dell’affetto, attraverso i quali si costruisce l’idea di famiglia che ancora oggi viene messa in discussione, nella sua istituzionalità, anche da tanta narrativa contemporanea.
Per chi cerchi un classico da recuperare e sia alla ricerca di insospettabili collegamenti.
Recensione di Valentina Leoni
Titolo presente nella Rassegna dei libri più letti e commentati di Maggio 2018
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