
PORTOFINO BLUES, di Valerio Aiolli (Voland – febbraio 2025)

Bisognerebbe clonare uno stile tutto suo. Non so, forse docuromanzo oppure romanzo d’inchiesta. Bisogna che ci pensi, non è facile incasellarlo.
Parlo di Valerio Aiolli, di cui ho appena finito di leggere Portofino Blues. Il romanzo – che non è solo un romanzo, appunto – parla della vita della contessa Francesca Vacca Agusta, della sua ascesa e della sua brutale quanto inevitabile decadenza, che diventa contessa grazie alla sua avvenenza e alla sua sete di ricchezza.
Una vita da miliardaria trasgressiva ma infelice, nonostante il marito conte Corradino, re degli elicotteri, che per lei lasciò la moglie; nonostante Maurizio Raggio suo amante prima, ambiguo consigliere poi . Chi è -come me- un po’ più grande, si ricorderà di certo la storia della sua fine e e si ricorderà i personaggi che ruotavano intorno alla bella e tormentata contessa, oltre Corrado e Maurizio: Tirso detto Tito, che doveva essere il suo secondo marito, Susanna Torretta, salita poi agli onori (?) di cronaca per aver partecipato a trasmissioni trash, Rocky il suo figliastro, Bettino Craxi, Antonio Di Pietro e anche Walter Chiari. Protagonista a sé stante è l’eredità rimaneggiata, occultata, contesa.
Il libro si apre in Messico, tocca la Francia e indugia appunto su Portofino, dove si erge alta e maestosa Villa Altachiara, la cui storia riporta addirittura alla serie tv Downton Abbey. E’ uno spaccato d’epoca e di storia che spazia da inizio secolo ai giorni nostri, di cui Aiolli tesse e racconta documentando tutto. Non posso e non voglio aggiungere altro: va letto, spargete voce ,fate cose. Valerio Aiolli è candidato al Premio Strega, lasciatevi stregare quindi.
Recensione di Paola Magi
Presente nei 12 finalisti al Premio Strega 2025
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