POSTMORTEM, di Patricia Cornwell
Piacere di fare la tua conoscenza. E non lo dico così per dire.
Ammetto di aver lungamente snobbato questa scrittrice.
Leggendola, ciò che mi colpisce subito è la conoscenza della materia dei fatti che racconta (lei stessa ha lavorato presso l’Ufficio di medicina legale della Virginia) ma anche il saperli raccontare molto bene.
A questo punto dire si legge tutto d’un fiato sembra un’ovvia banalità, ma è così. Perché l’intreccio tra i personaggi e i fatti narrati sono in perfetto equilibrio. Il risultato è un thriller che, dato il genere, molto violento, difficilmente riesco ad apprezzare, e che qui invece trovo molto ben riuscito.
Se a ciò aggiungo uno stile asciutto ed essenziale, beh ha per me un merito fino ad ora quasi unico: mai ripetitiva né banale o scontata non ti annoia mai. Inoltre è sempre molto attenta al particolare.
Conosciamo i primi amici che ci accompagneranno a lungo…
Kay, taglia 42, non sopporta i pizzi e i ricami, ama il caffè nero. Tutte le morti violente o comunque inaspettate passano dalla sua supervisione.
Il sergente Pete Marino; … “il pancione di Marino mi strofinava sgradevolmente il gomito.”
Neils Vander specialista in impronte digitali.
Benton Wesley esperto di profili dei sospetti assassini per l’FBI. Lavora nella sede di Richmond e alla National Academy di Quantico per insegnare le tecniche investigative nei casi di omicidio. Impegnato nel VICAP Violent Criminal Apprehension Program, il programma per la cattura dei criminali violenti, è affiancato da Marino che collabora con lui nella squadra regionale come sergente incaricato delle indagini.
Beh che dire…chiudete bene porte e finestre e buona lettura a tutti.
Recensione di Mariangela Aurilia
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