Premio Bancarella 1970: NIENTE E COSÌ SIA Oriana Fallaci

Niente e così sia Oriana Fallaci

NIENTE E COSÌ SIA, di Oriana Fallaci

Il libro si apre con una domanda esistenziale: la vita , cos’è?

Niente e così sia o. Fallaci
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E un ‘Oriana ancora ignara e inconsapevole delle vicende che l’avrebbero attesa , risponde con una definizione quasi schematica: ” la vita è il tempo che passa fra il momento in cui si nasce e il momento in cui si muore “.

Non saprà che, tutto quello che avrebbe vissuto di lì a poco ,avrebbe contribuito a definire, finalmente, una risposta completa, realistica ed esaustiva al quesito intorno al quale si snoda tutta la vicenda.

In un tempo che vedeva ancora pochi inviati di guerra donna , l’autrice parte alla volta del Vietnam per andare a vedere con i propri occhi cosa fosse la guerra e poterla così raccontare agli europei, semplici spettatori di uno dei massacri più cruenti e ingiusti della storia del secondo dopoguerra.

Il libro viene definito dalla critica come crudo e violento ma l’autrice difende l’attacco rispondendo: ” ho solo voluto raccontare la guerra a chi non l’aveva mai vista”.

Cosa ci si deve aspettare quindi?

Descrizioni perfettamente realistiche senza omettere nessun dettaglio. È tutto scritto lì, nero su bianco : sangue, violenza e ferocia di uomini contro gli uomini , adulti , donne , donne incinte , bambini, anziani, indifesi.

E ci si deve prendere un momento subito dopo aver letto certi passaggi , perché difficile realizzare o concepire quanto appreso.

Ma effettivamente questa è la guerra.

Gli occhi dell’autrice diventano una perfetta macchina fotografica che cattura e propone all’europeo tranquillo nella sicurezza della propria casa, l’orrore di giorni ,mesi e anni da Saigon ai villaggi più remoti.

Interessante l’analisi dei diversi punti di vista e la loro messa in discussione : dei nordvietnamiti, dei sudvietnamiti , del soldato americano semplice che esegue gli ordini. Dei generali americani che gli ordini , invece, li impartiscono.

Dei vietcong, della popolazione indifesa a cui non interessa chi vince o chi perde perché da sempre abituata alla sofferenza, alla morte, allo straniero usurpatore.

Della stessa Oriana.

La vita cos’è? Fa da aprifila a tutta una serie di domande esistenziali e riflessioni sulla morte, gli uomini, la cultura Americana e occidentale, che l’autrice si propone e propone al lettore.

Quesiti importanti vengono mossi anche sull’Uomo , sulla sua morale e coscienza , mettendo in crisi la fiducia riposta in esso da parte dell’autrice.

Sempre affiancata dall’amico e capo redattore della France Press, François Pelou , definito dalla scrittrice ” la mia coscienza ” perché dotato di occhio critico e razionale (grazie alla sua esperienza pregressa come inviato durante la guerra di Corea ) rispetto agli sconvolgimenti emotivi di Oriana, novizia rispetto ai fatti narrati che l’hanno inevitabilmente coinvolta in prima persona.

Una nota personale.

È noto a tutti che Pelou sia stato il primo amore di Oriana. Ma ho apprezzato moltissimo che nel libro non sia stata fatta allusione alcuna alla loro relazione.

La scena è tutta della guerra in Vietnam.

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