
Premio Goncourt 2013: CI RIVEDIAMO LASSÙ, di Pierre Lemaitre
Un bel romanzone tutto trama e ordito, che mi ha aiutato a staccare la spina qualche bella ora, in questo momento così drammatico.

E’ una storia avvincente e ben costruita, mai banale; la tematica è importante, i personaggi ben caratterizzati tanto che, sono certa, resteranno a lungo nella mia memoria.
Il titolo “ci rivediamo lassù” è tratto dalla lettera che Jean Blanchard, un militare ingiustamente fucilato nel 1914, scrisse alla moglie; il romanzo infatti è ambientato nella Francia del dopoguerra e narra la vicenda di due soldati gravemente danneggiati, nel corpo e nella mente, dal primo conflitto mondiale.
Non ho potuto fare a meno di trovare delle rispondenze con quanto sta accadendo ora nel mondo.
Questi poveri soldati che hanno combattuto per la patria, non trovano al rientro alcuna accoglienza, anzi: la gente è quasi infastidita da questi reduci che ricordano ad ogni momento una brutta pagina di storia che si pretenderebbe semplicemente cancellare, le cui conseguenze si vorrebbe nascondere sotto al tappeto. Non vengono affatto accolti come eroi (i veri eroi d’altro canto, sono quelli morti al fronte, che vogliono questi?) e oltretutto devono subire una retorica ipocrita, pesante e pomposa, da parte dei politici che si riempiono la bocca di parole patriottiche ma che, nei fatti, non compiono alcuno sforzo per reinserire questa generazione perduta.
E quindi ecco, i protagonisti troveranno riscatto organizzando una truffa colossale ai danni di Comuni e cittadini, approfittando dell’enorme business che si è venuto a creare attorno ai monumenti ai caduti, dando vita a una storia commovente, anche ironica, che narra eventi fantasiosi ma fortemente ancorati a dati storici reali, plausibili. Il modo di approcciarci ai sacrari militari presenti in tante città, specie del Nord Italia, cambierà per sempre, vedrete.
Non ho potuto non chiedermi, mentre leggevo, se al termine di questa pandemia qualcosa di simile avverrà per le nostre vittime e per i nostri soldati al fronte, ossia i nostri operatori sanitari che si battono strenuamente per difendere il paese. Che ne sarà di loro, di noi, al termine di tutto questo?
Non aspettiamoci riconoscimento e gloria, ma vigiliamo affinché tutti questi sforzi non vengano cancellati con un colpo di spugna, seppelliti da una montagna di ipocrisia.
La storia insegna e questo romanzo, anche solo per questo, vale la pena di essere ascoltato.
Recensione di Nicoletta Tamanini
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