PREMIO PULITZER 1961: IL BUIO OLTRE LA SIEPE, di Harper Lee
Sono passati 60 anni dalla pubblicazione di questo romanzo, era il 1960, il secolo scorso, eppure la tematica centrale del romanzo e’ quanto mai attuale, a dimostrazione che l’essere umano spesso rimane incastrato nelle sue debolezze, nei suoi errori, nelle sue stupide convinzioni.
Alabama 1935 , una cittadina immaginaria di nome Maycomb, ideata dall’autrice perche’ ricalchi fedelmente le realtà della provincia americana che lei stessa ben conosce, un uomo accusato di violenza carnale, un avvocato e i suoi figli, un vicino di casa misterioso e cosa poco trascurabile : la netta separazione fra ” bianchi” e ” neri” .
In questa edizione della Feltrinelli l’immagine di copertina richiama il titolo del romanzo tradotto per i lettori italiani, si vedono le foglie di una siepe e nel nero a sfondo poche pennellate di bianco tratteggiano un occhio.
Nel corso della lettura ho cercato i riferimenti a questa siepe ma non ve ne sono. Mi accorgo però che nella pagina successiva alla copertina, in piccoli caratteri e’ scritto :
Titolo dell’opera originale TO KILL A MOCKINGBIRD.
La mia dimestichezza con l’inglese mi permette di capire solo “uccidere” e la fine della seconda parola “uccello”. Google traduttore mi dice ” uccidere un tordo beffardo ” . Ecco che mi vengono a mente alcuni passaggi del romanzo dove effettivamente si sottolinea la crudeltà d’uccidere un uccellino innocuo.
Non condivido la scelta di stravolgere il titolo a questo romanzo, anche se posso capirne le ragioni poiché una siepe può essere un elemento che meglio rappresenti la netta separazione fra bianchi e neri e, il buio, evoca il male, l’odio, la paura del diverso.
Titolo a parte, questo romanzo cattura fin dalle prime pagine predisponendo il lettore ad accogliere gli sviluppi finali della trama.
L’autrice si è ispirata a un fatto di cronaca avvenuto nel 1931, che vide protagonisti nove ragazzi di colore e due prostitute bianche che li accusarono di stupro.
Harper Lee trova il modo di raccontare la medesima problematica in un modo più delicato ma assolutamente incisivo , ovvero , attraverso il racconto di una bambina: Scout Finch. Sarà lei a portarci per le strade della contea americana, fra i bianchi che vivono in case con il portico e il giardino e i neri che vivono ai margini delle città in baracche.
Scout è figlia di quello che possiamo definire “un uomo giusto”, Acticus Finch è un avvocato dai modi eleganti e dai principi nobili e insegnerà a lei e a suo fratello Jem l’uguglianza e l’assurdità del pregiudizio e l’inutilità e l’abominio che è la discriminazione razziale.
L’uccellino innocuo e indifeso del titolo originale e’ Tom Robinson un ragazzone mite la cui unica colpa e’ essere nato ” nero” in un’America razzista e classista . (Ma sul finire del romanzo si capirà che c’è anche un altro uomo indifeso che salverà e verrà a sua volta salvato, Boo Radley.)
Accusato di violenza carnale, Tom verrà difeso da Acticus in un processo in cui il verdetto finale potrà solo essere: “colpevole” e la pena la morte sulla sedia elettrica.
Si prova sdegno leggendo e ci si commuove , e cosa non trascurabile si riflette su quanto poco in fondo sia cambiato , su quanti ” uccellini indifesi” siano stati e vengano ancora uccisi perché neri .
Harper Lee ha scritto un grande romanzo nel quale emerge la difficoltà di affrancarsi dal sentire comune con i suoi pregiudizi e impedire che a pagare siano innocenti .
Fra un bianco e un nero, il probabile assassino o stupratore o delinquente è il nero e così era nel secolo scorso e così è anche oggi.
Anni di lotte per l’uguaglianza e ancora si ha paura di un colore di pelle differente dal bianco, eppure riflettendoci la storia insegna che fino ad ora è stato il bianco a far male ai neri, loro a subire la sua crudeltà, loro ad essere considerati reietti, diversi, non capaci.
Di cosa ha ancora paura questo
“uomo bianco” ?
Raccontare la trama di questo romanzo in poche parole sarebbe sminuirne la grandezza poiché sono i dettagli e le sfumature e ogni personaggio anche gregario e non protagonista, che lo rendono un libro fondamentale .
Scout con la sua ritrosia a far la signorina bon ton, il suo essere sensibile e anticonformista e Acticus con il suo esempio di vita e i suoi ideali uniti ai modi cordiali, sono due personaggi che rimangono impressi e che l’autrice ha saputo creare con grande maestria.
Recensione di Maria Pina Chessa
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