PREMIO PULITZER 2009: OLIVE , di Elizabeth Strout
“La maggior parte della gente non era abbastanza consapevole della propria vita mentre la viveva.”
Un romanzo preso e lasciato tre volte, non perché non mi piacesse, ma per l’ingordigia di aprire subito libri nuovi.
“Olive Kitteridge” del resto si presta ad interruzioni, volendo, essendo scritto in forma di episodi, completi ed efficaci già da soli. Ogni episodio racconta la Vita e le vite de protagonisti, ogni episodio è uno scrigno a sé, ma tutti hanno la stessa perla all’interno, lei, Olive. In alcuni la sua presenza è preponderante, in altri passa e se ne va. È quasi sfuggente. Ma non manca mai.
Chi è Olive? È l’anima di questo romanzo intenso, commovente, a tratti anche divertente. (Olive, per chi ha letto o legge Agatha Raisin, ha molti tratti in comune col personaggio della M.C. Beaton: quella ruvidezza, quella nota acidula nella risposta sempre pronta, quel modo di fare tra il rude e il romantico. Io ho trovato forti analogie tra il temperamento delle due protagoniste di storie così diverse).
Il romanzo sta tutto nell’atmosfera che la Strout ha creato magistralmente. La sua narrazione è superba, affascinante, ricca di dettagli, profumi, sensazioni, stati d’animo, stagioni e colori. Una scrittura piena, densa di significati toccanti, il racconto della quotidianità delle persone, delle cose semplici, che diamo per scontate, ma che ci restituiscono un’anima, perché parlano anche di noi.
“Quando sei tu ad aver costruito una casa, provi per essa sentimenti diversi da quelli altrui.”
Naturalmente in ogni libro poi c’è sempre qualcosa che ci riguarda e ci parla in modo personalissimo, in ogni libro troviamo noi stessi o una parte di noi. Io ci ho trovato diversi aspetti che mi hanno coinvolta.
Un romanzo bellissimo, a cui fa seguito un secondo volume “Olive, ancora lei” che prenderò al più presto.
Recensione di Patrizia Franchina
OLIVE ANCORA LEI Elizabeth Strout
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