PREMIO SCEBARNENCO 2012: IL METODO DEL COCCODRILLO, di Maurizio De Giovanni (Einaudi)
Primo romanzo dedicato all’ispettore Giuseppe Lojacono, che poi entrerà da protagonista tra “I bastardi di Pizzofalcone”. Si tratta in qualche modo di un “prequel”, che racconta l’arrivo di Lojacono a Napoli, allontanato dalla sua Sicilia a causa di un mafioso che sostiene che il poliziotto abbia passato informazioni a Cosa Nostra. Lojacono a Napoli è solo, lontano da una moglie che lo odia e da una figlia adolescente che non vuole più avere nessun contatto con lui, finito in un commissariato della città partenopea e confinato nell’ufficio denunce dove l’unica occupazione è giocare interminabili partite di solitario al computer.
Fino ad una notte in cui, mentre è di turno, riceve una chiamata e si precipita sul luogo dell’omicidio a sangue freddo di un giovane, freddato da un solo colpo di pistola nel cortile del suo condominio fatiscente in uno dei quartieri più poveri di Napoli. Lojacono, mastino costretto all’inattività, nota però alcuni dettagli importanti per le indagini, che però vengono affidate a poliziotti più meritevoli e meno problematici… fino all’intervento del sostituto procuratore Laura Piras, che è pronta a recepire le qualità investigative del siciliano.
Un thriller scritto magistralmente, una storia mai banale che scorre veloce pagina dopo pagina. I personaggi sono caratterizzati in modo completo e credibile. Una Napoli oscura e chiusa in sè stessa fa da scenografia ad un romanzo davvero ottimo, non vedo l’ora di leggere le altre storie, sempre con Lojacono protagonista affascinante e abile investigatore.
Recensione di Eleonora Saia
2 Recensione sempre di Eleonora Saia dopo la rilettura del Luglio 2023
La mia reazione al termine della lettura delle ultime venti pagine de “Il metodo del coccodrillo”? “No, vabbè”… e un’immaginaria standing ovation per Maurizio De Giovanni, l’autore di questo libro, il primo dedicato alla serie in cui ad indagare sono l’ispettore Lojacono e i Bastardi di Pizzofalcone. Più che un primo volume, sarebbe più corretto parlare di prequel, dato che è in questo romanzo che assistiamo all’incontro tra Lojacono, trasferito da poco a Napoli, e la dottoressa Piras, e alla primissima comparsa del Commissario Palma, che poi diventerà il diretto superiore di Lojacono. La vita al commissariato di San Gaetano scorre noiosa e piatta per l’ispettore, arrivato dalla Sicilia dopo essere stato accusato da un pentito di aver passato informazioni alla mafia. La dirigenza non vuole che Lojacono indaghi, e infatti – quando durante un turno di notte si trova a dover accorrere sul luogo dell’omicidio di un giovanissimo corriere della camorra, freddato da un solo colpo di pistola alla testa – viene seccamente cacciato via, nonostante le sue prime osservazioni abbiano colpito il pubblico ministero Piras, chiamata anche lei in quel cortile davanti al cadavere del ragazzo.
Dopo pochi giorni, un secondo omicidio, chiaramente operato dalla stessa mano, scuote Napoli. E’ stato il Coccodrillo, un misterioso serial killer che si nasconde nell’ombra lasciando come uniche tracce il bossolo della pistola e dei fazzolettini usati per asciugarsi le lacrime. Proprio come un coccodrillo, si apposta silenzioso e attende il momento giusto per divorare la sua preda. Al terzo omicidio del serial killer, non c’è più nessun dubbio per la Piras: Lojacono deve prendere parte alle indagini, lei sente che solo lui, con il suo istinto, potrà mettere le mani sull’omicida e fermarlo in tempo prima che la lista delle vittime si allunghi. Ma non sarà facile capire il legame che può unire un giovane corriere della mafia, una quindicenne dei quartieri alti e il brillante rampollo di un eminente medico: perché il Coccodrillo ha colpito loro? Su chi vuole vendicarsi il serial killer? In nemmeno 250 pagine, De Giovanni costruisce un romanzo dove la tensione rimane sempre alta, in cui lo stile unico dell’autore regala emozioni a tutto spiano: da una parte, la narrazione delle indagini, che scorre velocemente come se si stesse guardando un film; dall’altra, i “monologhi”, in cui l’assassino racconta la preparazione di ogni omicidio attraverso le sue lettere indirizzate ad una donna che è il suo “amore” e che lui raggiungerà presto, alla fine del compito che deve portare a termine.
Un giallo assolutamente perfetto, che per me ha pienamente meritato questa seconda rilettura a distanza di tanti anni. All’epoca, non avevo ancora imparato a conoscere l’incomparabile stile di De Giovanni, che anche adesso mi sorprende ad ogni romanzo, regalandomi sempre emozioni come nessun altro autore sa fare.
Recensione di Eleonora Saia
IL METODO DEL COCCODRILLO Maurizio De Giovanni – Premio Scebarnenco 2012
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