PREMIO STREGA 1985: L’ARMATA DEI FIUMI PERDUTI di Carlo Sgorlon (Mondadori)
Per pochi mesi, dal ’44 al’ 45, un’armata di Cosacchi, con al seguito donne, bambini, carriaggi, cavalli, financo dromedari, occuparono la Carnia, zona montana del Friuli Venezia Giulia, illusi dai Tedeschi che avevano promesso loro una nuova patria in cambio di una loro funzione antipartigiana.
Questo è lo sfondo storico del potente romanzo storico di C. SGORLON, L’ARMATA DEI FIUMI PERDUTI, premio Strega 1985, che guarda con occhio lucido e penoso alle tragedie di invasi e invasori, vittime entrambi.
Si mescolano sapientemente i personaggi: i “falchi” e le “colombe” tra i Cosacchi, ebrei, zingari, partigiani e paesani, e, sopra tutti, Marta, libera e saggia, che tutti accoglie con uno slancio continuo e puro che la spinge verso gli altri perché, anche tra le contingenze sventurate della guerra, lei sente “l’armonia segreta del mondo” e la spande intorni a sé.
E l’agognata e fittizia patria dei Cosacchi diventa nel romanzo di SGORLON metafora dell’uomo moderno, sorta di eterno nomade, profugo senzapatria perché senza certezze, senza mete certe, definitive, consolatorie…
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