Premio Strega 1990: LA CHIMERA, di Sebastiano Vassalli
Mi ha spinto a leggerlo la curiosità. Volevo comprendere per quale motivo gli fosse stato assegnato il Premio Strega nel 1990. Una decina di anni fa, al liceo, lessi di suo solo un altro libro (Un infinito numero) e già ricordando quello avrei dovuto intuire il perché del Premio.
È stato stupendo leggerlo perché ho intrapreso un viaggio nel 1610 tra Zardino e Novara, perché ho scoperto (grazie alla minuzia che contraddistingue la scrittura del Vassalli) le usanze, i costumi di quell’epoca. Mi sono addentrata in una realtà molto vicina alla nostra dove ognuno è bravo a giudicare senza conoscere i fatti o dove (peggio) pur di accusare qualcuno, si inventano fandonie. In un mondo, il ‘600, in cui alla donna si potevano incolpare ogni cosa soprattutto i misfatti degli uomini fino ad uccidere (nel caso del libro mandare sul rogo una strega)
È stato bello scoprire il perché della Santa Inquisizione, le loro colpe. Bello anche scoprire che anche allora come oggi, si usava invano (cioè in modo inappropriato) il nome di Dio per avallare le proprie azioni. Insomma bello scoprire, come dice l’autore nel commento a fine libro, come quella società non è per niente distante dalla nostra e come proprio dal ‘600 prende le mosse il pensiero italiano contemporaneo.
Buona lettura a tutti
Recensione di Lucia Faliero
Premio Strega 1990: LA CHIMERA Sebastiano Vassalli
Sebastiano Vassalli ha vissuto una buona parte della sua vita in una cascina nei pressi di Casalino, Comune tra Novara e Vercelli nelle immaginifiche terre del riso. Chi conosce la loro bellezza struggente comprende come possano aver avuto un ruolo importante nella creazione delle storie, tra esse La chimera, che hanno raccontato i tesori nascosti di quel territorio.