PREMIO STREGA 2012: INSEPARABILI. Il fuoco amico dei ricordi Alessandro Piperno

PREMIO STREGA 2012: INSEPARABILI. Il fuoco amico dei ricordi, di Alessandro Piperno

 

 

Filippo e Semi sono due fratelli inseparabili sopravvissuti a una calamità familiare che li ha resi orfani del padre. Le loro vite sono molto diverse: Filippo è uno sfaticato che godrà di un improvvisa popolarità mondiale senza grandi sforzi, Semi – il brillante studente- vedrà crollare il suo mondo fintamente perfetto dopo un gravissimo errore sul lavoro. Tutto intorno: donne, dinamiche familiari, l’ebraismo, i temi del successo e della malattia mentale.

4 sì e 4 no (per me)

I sì:

– Piperno intinge la sua penna in un calamaio ricolmo di talento. È bravo, è uno dei migliori in Italia.

– I suoi libri cercano di proiettare i personaggi oltre il pianerottolo di casa e in contesti attuali e moderni. Una rarità nella narrativa italiana un po’ incatenata alle dinamiche familiar-condominiali e al dopoguerra.

– La lettura, sebbene ostacolata da una ostentata e fastidiosa verbosità, comunque procede. Un libro snello che vuoi finire.

– Piperno scrive molto della comunità ebraica romana, liberandola dalla sola narrazione “leggi razziali- ghetto- campi” e raccontandone l’attualità. Molto interessante.

I no:

– Verboso e ridondante fino allo sfinimento. Elencazioni similitudini e aggettivi a profusione.

– Passaggi noiosi che ho avuto più volte la tentazione di saltare a piè pari con buona pace della sindrome della scolaretta modello che mi impone il castigo di finire tutti i libri e leggerne pure le note.

– Dialoghi poco credibili. I protagonisti usano lo stesso identico forbitissimo linguaggio e registro, sia che parlino di fellatio sia che parlino di Heidegger.

– Gli scrittori italiani hanno un problema coi finali: fanno il loro bel compitino poi, al momento di chiudere, la buttano in vacca con finali insipidi o poco credibili. Perché?

Questo è il secondo romanzo di Piperno che leggo. Non è tra i miei autori preferiti, non è nemmeno nella top ten eppure, al di là dei miei gusti, ritengo che chi voglia conoscere la narrativa italiana contemporanea non possa non leggere Piperno, così come Siti o Ferrante.

Recensione di Bianca Bianco

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