PREMIO VIAREGGIO 1955: METELLO, di Vasco Pratolini
Una lettura che mi attendeva da molto tempo e che ho centellinato, cercando tra le righe del romanzo la voce e le azioni di chi ha sognato, creduto, lottato, a volte anche sbagliando, e ha così contribuito alla costruzione di una società più giusta, con maggiori tutele per lavoratori e categorie più deboli. Ambientato a Firenze nei primi decenni del Novecento, è la rappresentazione di un mondo che per certi aspetti non c’è più; ci ricorda che i diritti non sono calati dall’alto ma sono stati il frutto di enormi sacrifici, come il lungo sciopero dei muratori narrato nel romanzo. Induce altresì a non dare mai per scontati questi diritti, mentre lo sfruttamento in tante parti del mondo e le morti sul lavoro ancora oggi in un Paese come l’Italia ne dimostrano comunque la drammatica attualità.
Recensione di Laura Vetralla
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