PREMIO VIAREGGIO 2022: NIENTE DI VERO, di Veronica Raimo
Un libro che nel titolo ha già forse la spiegazione del suo intento perché nel racconto della Raimo è difficile capire cosa sia vero e cosa sia soltanto verosimile. O forse sta già dichiarando la sua non volontà di raccontare la sua storia, di mistificare i suoi ricordi di infanzia? In fondo se in Niente di vero quella v fosse maiuscola si tramuterebbe in una dichiarazione di intenti onestissima. Per la serie, qui dentro non c’è niente di Veronica.
Per leggere questo libro e trovarlo godibile questo è stato il percorso che ho dovuto fare. Riportare ad un mondo inventato e spinto all’estremo quella madre così paranoica e bacchettona, quel padre che pare conoscere una sola frase, quel fratello che parla per parabole del Vangelo, mi ha permesso di apprezzarne l’ironia e la ottima capacità di scrittura dell’autrice.
Riconoscermi in lei, più o meno coetanea, romana, grande lettrice e insonne inveterata è stato allora semplice e a tratti terapeutico. Considerare artifici letterari quelle estremizzazioni caratteriali, quelle scenette materne sempre uguali che rendono i personaggi delle macchiette stereotipata, mi ha permesso di gustare il libro come fosse una bella favola cucita intorno ad un romanzo di formazione. E a quel punto ho cominciato a sorridere e poi a ridere insieme a Vero e ho capito che forse anche io come lettrice dovevo smetterla di prendermi così sul serio.
Che i libri non devono essere per forza dei capolavori, che le storie non devono obbligatoriamente provocarci dolore o disturbarci nell’intimo ma che a volte è bello e rilassante semplicemente leggere un buon libro, scritto molto bene e che riesce anche a farti uscire un ghigno molto simile al sorriso
Recensione di Annachiara Falchetti
PREMIO SCERBANENCO 2003: Romanzo Criminale Giancarlo De Cataldo
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