PROSPETTIVA NEVSKIJ – Il Cappotto Nikolaj V. Gogol

Prospettiva Nevskij – Il Cappotto, di Nikolaj V. Gogol

Ah, che scrittura, che modo particolare di raccontare la semplicità avvolgendola in un’atmosfera magica.

Con quel linguaggio semplice ma potente che crea immagini vivide e palpabili.

Con quello stile unico che combina ironia, analisi dei costumi e una straordinaria fantasia.

Che geniaccio Gogol. Lo adoro. Non mi stanco mai di leggerlo.

Ed eccomi, cari amici e amiche, a condividere con voi le profonde emozioni che ho provato leggendo i due racconti soprattutto de “Il Cappotto”. Questi racconti mi hanno avvolto come un caldo indumento, portandomi in un mondo di grigi uffici, strade deserte e innevate, vicoli bui e spettrali, ombra lunghe e cuori solitari.

Nel racconto “La Prospettiva Nevskij,” Gogol’ ci trasporta nella magnifica Pietroburgo, dove la celebre strada Nevskij è il fulcro della vita cittadina. La Prospettiva Nevskij brilla come un gioiello, attirando abitanti e visitatori con la sua maestosità. Tuttavia, sotto la sua superficie luccicante, si nascondono segreti e cambiamenti rapidi. La storia si svolge in sole ventiquattro ore, durante le quali la Prospettiva Nevskij rivela il potere della forza e della debolezza. Questo racconto premonisce eventi storici, come la “domenica di sangue” del 22 gennaio 1905, quando le truppe aprirono il fuoco contro dimostranti pacifici che cercavano di consegnare una petizione allo zar Nicola III.

“Il Cappotto” ci presenta un povero e umile impiegato pietroburghese dal nome cacofonico, Akàkij Akàkievic. La sua vita monotona cambia quando decide di acquistare un nuovo cappotto. Il vecchio cappotto, logoro e sottile, non può essere riparato, e il sarto gli consiglia di comprarne uno nuovo. Akàkij, dopo sacrifici e indecisioni, ottiene finalmente il suo cappotto pregiato. Tuttavia, la sua felicità è effimera, poiché il destino gli riserva un tragico epilogo. Il cappotto diventa una metafora degli squilibri sociali e delle aspirazioni umane, riflettendo sulla patetica fragilità dell’esistenza umana.

Entrambi i racconti esplorano la condizione umana, la lotta per la sopravvivenza e la ricerca di significato.

La Prospettiva Nevskij e il cappotto rappresentano simbolicamente le aspirazioni e le illusioni dell’uomo.

Mentre la strada maestosa nasconde tragedie, il cappotto nuovo di Akàkij rivela la debolezza della felicità.

Entrambi i protagonisti cercano di migliorare la propria vita, ma la realtà li colpisce con crudezza.

Gogol’ ci invita a riflettere sulla nostra stessa esistenza e sulle scelte che facciamo nel perseguire i nostri desideri.

In conclusione, sia “La Prospettiva Nevskij” che “Il Cappotto” ci offrono profonde riflessioni sulla vita, la società e la condizione umana. Piccoli gioielli letterari che mi hanno fatto riflettere sulla fugacità dell’esistenza.
Vi invito a immergervi in queste storie, a sentire il freddo e a cercare il calore nei piccoli gesti di gentilezza perché come avrebbe dichiarato non a caso Fëdor Michailovic Dostoevskij “Siamo tutti usciti dal cappotto di Gogol”.

Recensione di Patrizia Zara

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