QUALCOSA NELLA NEBBIA, di Roberto Natovecchio Camurri (NN Editore – marzo 2022)
Uno scrittore che lavora con i matti, figlio di un ortopedico e di una casalinga, una moglie architetto e una figlia piccola. Ambienta i suoi romanzi a Fabbrico, pianura padana, nebbia e provincia emiliana alla Guccini, ma forse non ci è mai stato. Ha scritto un romanzo che ha avuto successo e lo ha spedito ad un festival letterario in Olanda, ma ora scrive un’altra storia, sempre ambientata a Fabbrico, i protagonisti sono tre giovani: Alice, Andrea e Giuseppe. Alice è tornata a Fabbrico dopo una breve e poco gloriosa carriera televisiva, Andrea è detto Jack dopo che una volta si è scolato in un sorso una bottiglia di Jack Daniel’s, Giuseppe è innamorato di Alice dalle scuole elementari. Una inquietante casa con 5 comignoli dove si è traferita da poco una strana famiglia che Andrea sente di dover tenere d’occhio.
Camurri ha uno stile letterario inconfondibile, ricorda scrittori americani come Fante e Steinbeck nelle ambientazioni che possono essere nella pianura emiliana come nelle sterminate pianure americane o come nella Holt di Kent Haruf.
Qui la nebbia del titolo sembra avvolgere non solo il paesaggio di Fabbrico ma anche la penna dello scrittore, che confonde volutamente e deliziosamente realtà, sogno e immaginazione, personaggi reali e non, presente e passato che non seguono una linea del tempo, il tutto in una bolla sospesa di detto e di solo evocato, in una vaga sensazione di autobiografico, con qualche pennellata di erotismo quasi macabro.
Il romanzo sembra quasi un quadro, ad esempio quello descritto nel libro stesso, esposto in un museo de l’Aja (“veduta di Delft” di Vermeer?) che rappresenta un paesaggio, nel quale l’autore riesce ad entrare e diventare parte della storia, personaggio anche lui.
Un libro piccolo ma densissimo, pieno di tanto.
Bello, come sempre.
Recensione di Nadia Carella
QUALCOSA NELLA NEBBIA, di Roberto Natovecchio Camurri
Be the first to comment