Quando si può affermare che un libro è sopravvalutato?
Una domanda senza polemiche ma per comprendere: quando dite che un libro che è stato apprezzato dalla stragrande maggioranza dei suoi lettori è sopravvalutato, cosa intendete?
Qual è il nesso tra sopravvalutazione e percezione di sensazioni positive?
Un conto è se si dà un parere tecnico, ma il gusto non si può discutere, o meglio lo si può confrontare con quello degli altri spiegandone le ragioni.
Ho detto qualcosa di sensato?
Di Giuli Maestroni
Questa domanda di Giuli Maestroni posta sul nostro gruppo facebook ha generato una miriade di risposte, ecco le più interessanti:
– Hai toccato un tasto dolente, ma a mio parere la domanda è mal posta. Il fatto grave non è tanto affermare che un libro è sopravvalutato quando questo viene apprezzato dalla maggioranza dei lettori (infatti spesso si tratta di prodotti commerciali). Il fatto grave è affermare che è sopravvalutato quando si tratta di un capolavoro universalmente riconosciuto come tale. Non c’è niente di più irritante dell’ascoltare certi giudizi.
Roberto
A volte chi legge molti commenti positivi potrebbe esserne suggestionato e aggiungere un ulteriore commento positivo. Forse se non avesse letto tanti commenti avrebbe avuto un’opinione diversa. Chi non apprezza l’opera dirà in questo caso che è sopravvalutata.
Ornella
Sopravvalutato perché delude le aspettative. Poi è ovvio che rimane un parere personale. Come del resto tutto ciò che scriviamo
Olli
Io credo che al termine sopravvalutato non vada dato necessariamente un senso negativo. Per esempio, leggo il tema di un liceale e dico: bene, marita un bel 7. Se poi vengo a sapere che il suo insegnante gli ha dato 9, dirò che lo ha sopravvalutato. Ma per me era da 7. Dunque se affermò che un libro è sopravvalutato, e uso correttamente il termine, non sto affermando che è un libro scadente, sto solo dicendo che riscuote un apprezzamento superiore al suo reale valore, che tuttavia può anche essere notevole.
Fausto
Faccio notare inoltre che i libri vengono considerati ‘buoni’ dalle case editrici in base al numero di followers dell’autore nei social networks, e non in base alla qualità del libro. Questo porta giocoforza a un sistema di sopravvalutazione (e sottovalutazione)
Stefano
È una domanda che mi sono fatta anche io e che nella stragrande maggioranza dei casi riguarda libri di recente stampa. Mi spiego meglio, su autori come Eco, Pasolini, Pratolini, Tolstoj , Dostoevskij, ovvero pietre miliari della letteratura per fare alcuni esempi, non penso nessuno si possa permettere di dire che sono sopravvalutati/commerciali/di qualità dubbia, ecc…, al più possono rientrare nel proprio gusto/personalità o meno. Diverso per alcuni autori moderni…dove ammetto spesso anche io faccio fatica e tendo ad essere prevenuta, ma penso anche che sarà il futuro a dirci se saranno capolavori o testi commerciali perché se come una hit dell’estate cadranno nel dimenticatoio vorrà dire che sono sopravvalutati o viceversa. Per fare un esempio, mi sembra che la trilogia di 50 sfumature stia già cadendo un po’ nel dimenticatoio, correggetemi se sbaglio, e questo la dice lunga credo (prima o poi cmq mi deciderò a leggerla).
Sonia
Intendo che, secondo me, gli viene attribuito un valore superiore a quello reale. Su due piedi mi viene in mente “cambiare l’acqua ai fiori” ho letto miglialia di commenti che ineggiavano al capolavoro. Può piacere come no, ma, per i miei standard, NON è un capolavoro.
Eleonora
I gusti non si discutono, è vero, però… Ad esempio: a me non è piaciuto Il Maestro e Margherita ma non oserei mai dire che è sopravvalutato; ha un grande contenuto e lo si sente proprio nel modo in cui è scritto, mai banale e scontato, con profondità di sentimenti e insegnamenti. Non mi è piaciuto neppure La Portalettere e oso dire che è sopravvalutato perché mi pare che nonostante quella che potrebbe essere una bella storia sia scritto in maniera banale, superficiale, ripetitiva e scontata.
Felicita
Argomento che meriterebbe un saggio! Mi limito a dire che anche i libri e gli autori non sono esenti dal fattore “C”. A volte per motivi legati a energie prodotte intorno all’ opera o all autore o per semplici coincidenze alcune opere godono di un sostegno che, diciamo così, intimorisce le critiche. Mi trovo d’ accordo con Stefano: secondo me Il colibrì aveva bisogno di un altro editing perché l’opera c’ è, la stoffa è buona ma è troppo pretendere di cucire un vestito solo con tante pezze di stoffa. Io personalmente ho trovato noiosissimo i Leoni di Sicilia, altro grandissimo successo editoriale. Ho pensato che forse con l età non capisco più nulla di letteratura, me ne farò una ragione!
Olga
Forse il problema che in realtà, problema non è è che a volte dopo aver letto tanti commenti molto positivi , ti appresti a leggere un libro con aspettative molto alte che magari vengono deluse e da qui il concetto di sopravvalutazione. È vero che dovremmo un po’ tutti volare basso perché il rischio di snobismo è sempre in agguato e far sentire inadeguati gli altri non è proprio una bella cosa. Buona lettura a tutti , qualunque essa sia
Simonetta
Conclusioni
Dai numerosi confronti che ho avuto, tra l’altro molto equilibrati e cordiali, sono giunta alla conclusione che un libro non si può dire sopravvalutato se la trama ha una buona e corretta struttura, una scrittura appassionante, i personaggi sono descritti in modo da poterli immaginare a tutto tondo e nel contempo possono considerarsi credibili. Un libro che non rispetta tutti i parametri classici o lo fa solo in parte non si può dire sia un capolavoro di letteratura nonostante abbia un gradimento molto elevato. Ci sono poi dei fattori soggettivi che possono fare innamorare di una lettura perché suscitano delle sensazioni impattanti sull’animo e la mente, sotto questo aspetto è sopravvalutata dal punto di vista prettamente tecnico ma non lo si può dire da quello dell’apprezzamento. In sostanza un capolavoro rimane tale per sempre, un libro emozionante e interessante invece può esserlo per qualcuno, ma per altri può risultare banale e scontato in base al proprio vissuto e al periodo in cui ci si dedica. Ritengo comunque che non esistano lettori di serie A o di serie B in base alle loro preferenze poiché hanno semplicemente gusti diversi. Per riassumere: un Harmony non è un capolavoro ma se ti piace va benissimo, Guerra e pace è un capolavoro ma se non ti piace va bene lo stesso: farei volentieri due chiacchiere con tutte e due le tipologie di lettori e sono sicura che ne uscirei arricchita da entrambe.
Di Giuli Maestroni
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