QUATTRO AMICI David Trueba

QUATTRO AMICI David Trueba

QUATTRO AMICI, di David Trueba 

 

 

Quando crescere diventa troppo per chi non ha ancora deciso cosa fare della propria vita, l’amicizia diventa l’appiglio migliore per strappare qualche attimo all’esistenza ed illudersi di fermare il tempo. Anche se l’incipit ci dice che l’amicizia è sopravvalutata, di fatto i quattro protagonisti del romanzo si aggrappano ad essa per fuggire dalle loro vite.

Perché l’amicizia è da sempre un luogo sicuro, il posto dove puoi fare schifo perché sai che quello schifo verrà preso così com’è, perché sarai compreso o magari preso a schiaffi e dopo potrai ricominciare a vivere.

Su un furgone di seconda mano che puzza di formaggio inizia il viaggio di quattro giovani alla ricerca del divertimento assoluto.

Viaggio al centro delle cosce o il lungo viaggio verso la fica sono i titoli pensati per la loro avventura, perché fuga dai nostri problemi, dalle illusioni e dalle paure sarebbe stato un titolo troppo sincero e loro non sono pronti ad ammettere i propri fallimenti.

Solo è l’amico più taciturno e introverso, in fuga da genitori troppo perfetti che riversano aspettative troppo grandi su di lui, in perenne lotta con un padre troppo critico, ma soprattutto fugge dall’amore che prova per la sua ex in procinto di sposarsi.

 

Raùl appassionato di sesso sadomaso si ritrova a fare il marito ed il padre, trascina la sua vita tra sensi di colpa, responsabilità ed una gran voglia di fuga o figa. Blas è l’eterno amico obeso, sensibile e sempre pronto a farsi voler bene, talmente tanto che non riesce mai a conquistare una donna fisicamente. Infine c’è Claudio l’eterno Peter Pan, per fuggire dalle delusioni si priva dei sentimenti e riversa il suo amore sugli animali.

Con un bagaglio di disagi e problemi inizia l’avventura dei quattro ragazzi che si ritroveranno presto a dover fare i conti con le loro vite, tra cattiverie gratuite, sesso, confessioni e litigi, il viaggio finirà per rivelarsi un resoconto dei loro insuccessi e delle loro paure.

 

A volte ironico, a volte cinico, a tratti troppo prolisso su particolari sessuali di cui si farebbe volentieri a meno, il romanzo scorre piacevolmente e pian piano esce dalla banalità iniziale per trovare anche un pizzico di poesia. Un ritratto malinconico di una generazione in balia di aspettative e paure che stenta a trovare un posto nel mondo e finisce per perdere gli attimi e si ritrova a vivere una vita insoddisfacente a causa della paura.

” Le tue labbra vermiglie stampate sopra un tovagliolo. Il segno del tuo corpo quando ti alzi dal letto. L’impronta dei tuoi piedi sulla sabbia. Le onde che sollevi quando entri in acqua. La forma che conserva il vestito che ti togli. L’eco della tua voce. Il tuo profumo nel fiore che hai appena annusato. L’immagine che rimane ancora un secondo quando ti allontani dallo specchio. Il mio enorme museo di ricordi tuoi che visito sovente con la fantasia”

Recensione di Irene Asciutto

 

L’isola dei tesori, dove gli animali sono preziosi

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