QUELLA METÀ DI NOI, di Paola Cereda (Giulio Perrone Editore)
Matilde Mezzalama, maestra in pensione, vive nella grande e multietnica Torino. Ogni mattina dal quartiere periferico di Barriera di Milano, prende il tram per recarsi in centro città dove abitano i coniugi Dutto e dove Matilde assiste come badante l’ingegner Giacomo, costretto su una sedia a rotelle a causa di un ictus.
Dopo una vita di lavoro, la donna si trova costretta a ricominciare una nuova esistenza con la disapprovazione della figlia Emanuela, professionista di successo scappata dalla periferia e introdotta nella “Torino bene” grazie ad un fortunato matrimonio che però, nonostante si vergogni del lavoro della madre, pretende da questa un prestito troppo oneroso.
Matilde non può accontentarla e non può perché nasconde un segreto che non può nemmeno condividere perché fa parte di “quella metà” della sua vita che non può nemmeno raccontare, a nessuno.
Come dice il titolo, rappresentato anche dalla grafica di una copertina divisa a metà da una foglia a sua volta divisa in due parti, esiste “quella meta di noi” che è che è quella che si intreccia e che condividiamo con chi ci sta accanto ma esiste anche una metà segreta, intima, nascosta in cui non lasciamo entrare nessuno, la metà del non detto che purtroppo però condiziona indirettamente anche il nostro quotidiano.
Quanto siamo disposti a sacrificare di questa metà, forse la più autentica di noi, affinché gli altri possano avvicinarsi e capirci.
Ma poi sarebbe veramente così?
Cosa rimane però di autentico quando si omette una parte di sé?
I rapporti migliorerebbe o nulla cambierebbe sacrificando una parte di noi stessi?
È un libro che a modo suo ci parla della solitudine e della difficoltà dei rapporti affettivi soprattutto quelli ‘di sangue “.
I personaggi che incontriamo, Matilde, Emanuela, Giacomo e la moglie sono tutti immersi nella loro solitudine dalla quale cercano di sfuggire creando e gestendo rapporti non sempre facili da gestire.
Come afferma la Cereda “ogni rapporto ci trasforma in una dimensione di reciprocità che attraverso l’altro ci permette di valutare quanto, alla fine, siamo disposti a cedere di quella metà di noi”.
Edito da Giulio Perrone e finalista al Premio Strega 2019, “Quella metà di noi” racconta la vita vera.
Con una scrittura fluida e diretta in un intrecciarsi tra dialoghi diretti e racconto indiretto, la narrazione scorre veloce e si carica di tensione nonostante la storia sia di semplici fatti e azioni quotidiane. Infatti ogni gesto o azione viene descritto nella sua “eccezionale normalità”, rendendo unico e autentico il semplice quotidiano e la normale umanità.
Recensione di Gabriella Patriarchi
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