QUELLA VECCHIA STORIA Leonardo Gori

QUELLA VECCHIA STORIA, di Leonardo Gori (Tea)

 

Quella vecchia storia. Quante di queste occupano i nostri discorsi e la nostra memoria? Fatti di piccola o grande importanza che releghiamo al passato e che ci sembrano poco più che aneddoti di vita vissuta. E quante di queste tornano nei momenti più inaspettati a farci visita, evocando dolci ricordi o aprendo ferite mai del tutto rimarginate… E quante di queste “vecchie storie” affollano la vita e i ricordi di Bruno Arcieri, colonnello ultrasessantenne che dopo aver fatto la guerra ed essersi trovato implicato nelle situazioni più controverse desidera solo la quiete con la sua Marie e la quotidianità della trattoria che ha aperto con i suoi nuovi amici, i giovani ragazzi della comune di Novoli. Ma quando hai tanto vissuto succede che i fantasmi del passato tornino a farti visita, e dal drammatico inizio del romanzo con la devastazione della trattoria e in contemporanea il ritrovamento di un morto sconosciuto e la scomparsa dell’enigmatico cuoco, parte forse l’avventura più intimista e interiore del colonnello, alle prese con il proprio passato, con i propri rimorsi e con le conseguenze delle proprie azioni, senza dimenticare la sempre accurata cornice storica, questa volta ricca di riferimenti alla Repubblica di Salò.

Una storia che si fa ora giallo, ora romanzo storico e al contempo di formazione ma che ha come protagonista principale la memoria e i continui esami di coscienza cui essa ci sottopone. Non si commetta tuttavia l’errore di credere che per questo suo essere intimista si tratti di un romanzo lento o privo di azione, anzi l’opposto: l’opera infatti scorre divinamente, avvincente, coinvolgente e ricca di colpi di scena, ma ancora una volta- e qui a maggior ragione- i messaggi più profondi sono quelli che si leggono tra le righe, ai margini degli eventi principali, regalandoci un’esperienza narrativa che si tinge di letteratura e che, ne sono sicuro, rimarrà a lungo nella mia memoria senza smettere mai (citando Italo Calvino) di dire quello che ha da dire.

Recensione di Enrico Spinelli

QUELLA VECCHIA STORIA Leonardo Gori

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