QUERELLE DE BREST, di Jean Genet (Il Saggiatore)
George Querelle, detto Jo, è il Marinaio: giovane, bello e affascinante. Approda nel porto di Brest e fa strage di cuori (e soprattutto di corpi) senza distinzione di sesso, età o condizione sociale.
Ruba, uccide, tradisce con la leggerezza di chi se ne frega, guai a chi si lascia incantare.
Poi c’è il Muratore: Gil, anche lui giovane e bello ma senza la forza e la follia che rendono il Marinaio onnipotente.
Quindi il Muratore non ha alcuna speranza col Marinaio, che con pochissima fatica se lo rigira come vuole (…ops!) e gli appioppa anche un suo omicidio, facendolo arrestare.
Figuratevi voi, in mezzo a tutti questi turbamenti, quante sberle metaforiche prende l’unico personaggio femminile del romanzo, la tenutaria del bordello di Brest, amante del fratello di Querelle, in preda ad un costante senso di inadeguatezza: come darle torto, tutti gli altri hanno qualcosa in più di lei e questo qualcosa appare decisivo nella dinamica del romanzo…
Romanzo che, parlando seriamente, è molto al di là delle mie capacità di comprensione, ma che ho letto lo stesso per testardaggine e perché spesso chi legge tanto sviluppa una specie di istinto che gli consente di riconoscere un grande libro anche se non lo capisce fino in fondo.
L’importante è confessarlo.
Recensione di Elena gerla
QUERELLE DE BREST Jean Genet
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