RANOCCHIO SALVA TOKYO, di Murakami Haruki
C’era una volta un uomo qualunque, che un giorno torna a casa e si ritrova un Ranocchio gigante che ha già messo l’acqua per il tè e ha un importante missione in cui coinvolgerlo.
Ci sarà un terremoto che distruggerà Tokyo. O meglio, ci sarà e se loro non lo impediranno…
Il signor Katagiri stenta a credere alle parole di Ranocchio. Già è strano e spaventoso trovarselo in casa, poi pare che per salvare il mondo Ranocchio abbia proprio bisogno di Katagiri… La mediocrità fatta persona…
Signor Katagiri non si butti a terra: sarà anche una persona “modesta” ma nel suo piccolo ha fatto tanto per le persone che ha accanto. Pensi ai suoi fratelli, che ha fatto studiare e sistemare senza aiuti. Ranocchio ha bisogno della sua purezza per affrontare il Grande Lombrico nelle viscere profonde della terra.
Ah dimenticavo: l’epicentro è proprio il punto dove sorge la Banca di Credito dove Katagiri fa un infame e pericoloso lavoro. E’ il giorno del riscatto per Lei signor Katagiri e si capisce che se ne è reso conto, per questo nessuno si aspetta che ci si tiri indietro.
In questo libro nulla è scelto a caso: l’allegoria è palese in certi punti, in altri sottile e complessa e ammetto di non aver forse afferrato tutto, ma neanche la metà dei “simboli” nascosti in questo testo brevissimo.
Si accettano spunti di riflessione e considerazioni. Io quando l’ho finito, mi sono grattata la testa e ho concluso che dovrò rileggerlo ancora, e forse anche ancora e ancora prima di averlo penetrato in maniera profonda.
Che ne pensate?
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