RE ARTÙ la storia, la leggenda, il mistero, di Paolo Gulisano
(…) Sedetti sulla riva
A pescare, con la pianura arida dietro di me
Riuscirò alla fine a mettere ordine nelle mie terre? (“La Terra desolata” di Thomas Stearnes Eliot)
In un periodo alquanto strano, per aspetti evidenti, mi è sembrato opportuno introdurre con un verso eliotiano, tratto dal poemetto”Terra desolata”, opera citata nel libro di Paolo Gulisano, il mio personalissimo parere su “Re Artù- la storia, la leggenda il mistero”
Ne “La terra desolata” Eliot dimostra che l’immaginazione può, nello sfacelo del mondo contemporaneo, tentare di costruire qualcosa dall’impossibilità, dalla mancanza, dalle rovine. Nell’opera eliotiana c’è tutta la tragedia grottesca dell’uomo che erige città infernali dove finisce per stare peggio. Per superare l’aridità che lo circondava, Eliot non trova nulla di più efficace del materiale mitologico del ciclo di Re Artù e del Sacro Graal, che simbolicamente esprime la condizione umana di sempre, fatta di angoscia e ricerca, palazzi e prigioni.
Con questa prospettiva, che ho scoperto dopo essere eliotiana, mi sono approcciata alla lettura del libro di Re Artù.
Mi sono trovata a intraprendere un coinvolgente viaggio tra le certezze storiche e le fantasie del mito e della leggenda; ho mulinato in un mondo di cavalieri celesti, amor cortese, maghi e fate, druidi e sacerdoti, tra realtà profane e sacre. Tale vorticoso prellegrinaggio ha regalato una sferzata d’ acqua fresca alle mie vaghe conoscenze scolastiche.
Il fascino del mitico sovrano con la sua magica spada Excalibur è innegabile, come sono irresistibili le figure che gli girano attorno: Merlino, Lancillotto, Ginevra… e tutte quelle storie, frutti del folklore e della tradizione favolistica del popolo celtico, che orbitano come pianeti in un universo simbolico, sacrale, creandone un’intramontabile leggenda
La realtà della storia dei celti, dei sassoni, dei normanni viene riunita nelle grandiose gesta dell’uomo, re del popolo britannico, forte come un orso e saldo come una roccia, dando vita a un’epopea senza fine.
Il libro mi è piaciuto per la semplicità delle spiegazioni, per la capacità di narrare storie frutto di fantasie popolari e intercalarle nei reali fatti storici.
Del resto non avendo mai approfondito l’argomento né nell’aspetto storico né nella parte mitologica e leggendaria, limitandomi a qualche sporadica lettura giovanile e alla vista di qualche film e cartone animato (chi non ha mai visto “La spada nella roccia” della Walt Disney? ), il libro di Gulisano è stata conferma sul quel poco da me conosciuto e scoperta di ciò che non conoscevo.
Nell’attesa che da Avalon si risvegli il misterioso quanto valoroso Re Artù, icona della lotta della giustizia e della verità con i suoi 24 cavalieri, santi e peccatori, riuniti nella famosa Tavola Rotonda, cerchiamo di rendere questa terra meno desolata e più splendida come “Camelot dove regnano ordine e pace, città terrena in cui si riflette tra gli uomini la Città di Dio”, vincendo l’oscurità del male non con la forza bruta o con il potere individuale, ma con quelle virtù arturiane che si riassumono nella forza della bontà e il potere dell’umiltà.
Buona lettura!
“Afferrare il punto di intersezione tra l’eterno e il tempo è occupazione da santo”.
Recensione di Patrizia Zara
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