RIBON MESSAGGERO D’AMORE, di Ito Ogawa
Sumire, ex cantante lirica appassionata di birdwatching e nonna della piccola Hibari, trova tre uova di uccello abbandonate nei pressi di un albero vicino a casa e decide di covarle per dare loro una speranza di vita.
Nonna e nipote, che vivono insieme con i genitori della piccola, iniziano quindi a dedicarsi a un quotidiano rituale di cura delle uova che rafforza il loro rapporto e che porta alla nascita di Ribon, una calopsitta allegra e vivace che sarà il tesoro di nonna e nipote.
Ho iniziato questo romanzo con tante aspettative perché Ito Ogawa mi ha rapito il cuore con “Il ristorante dell’amore ritrovato” e da allora aspetto ogni suo nuovo romanzo con grande entusiasmo ma, dopo una serie di lavori discreti, sono rimasta delusa da Ribon, che è sicuramente un romanzo carino ma che poteva essere molto di più.
Senza addentrarmi nella trama, a vantaggio di chi vorrà leggerlo, mi limito a dire che se il racconto si fosse concentrata sul rapporto tra nonna e nipote, accanto a Ribon, e sullo sviluppo delle rispettive storie tra passato e futuro, sarebbe stato davvero un bel romanzo. Lasciando invece campo al “viaggio di Ribon” la parte centrale del libro finisce per essere solo una lunga appendice discontinua e in un certo senso fuorviante rispetto a quella che è la storia principale, senza arricchire il racconto anzi disperdendolo inutilmente.
La chiusura torna in tema ma molto frettolosamente, con il risultato di un’opera dove a mio avviso è stato inserito troppo e dove tutta l’attenzione poteva essere per la storia principale.
Recensione di Simona Olivieri
RIBON MESSAGGERO D’AMORE Ito Ogawa
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