RISTORANTE NOSTALGIA, di Anne Tyler
Se uno come Nick Hornby la definisce “la mia scrittrice preferita”, mi son detto incuriosito, forse vale la pena.
E ho scelto questo, su “invito” del desktop di Kobo, perché ormai tanti libri li carico sull’e-reader, in casa lo spazio per la carta ormai non c’è più, e la selezione si fa su titoli e autori tutto sommato diversi, e anche su argomenti differenti.
Certo, avevo visto “Turista per caso”, che è tratto da un suo romanzo: il film mi era piaciuto, non mi ero soffermato gran che a pensare al romanzo, del resto mi funziona sempre così, perdo il gusto di leggere dopo che ho visto il film tratto da. se non altro perché conosco la storia, amen.
Ma qui sono rimasto sinceramente folgorato. Questa signora (non a caso ha vinto un Pulitzer) è una dei grandi cronisti dell’America quotidiana, i tracciatori di storie lungo il Novecento americano. Mi è venuto in mente William Saroyan con “Che ve ne sembra dell’America?” e ancor più con “La commedia umana”, o forse anche Roth e Salinger ma so di essere banale e comunque non così in tema, se qualcuno ha altri nomi e titoli me li suggerisca pure.
Cronista di un’America piccola e provinciale e logora e trita delle sue miserie quotidiane, la Tyler, capace di cogliere dettagli e profondità dell’animo umano e riversarli come dettagli e affreschi completi dei propri personaggi e degli scenari in cui li muove. “Ristorante nostalgia” è la storia di una famiglia squinternata che traccia cinquant’anni del Novecento attraverso lo specchio delle proprie storie, singole di personaggi più o meno simpatici o irritanti, in un valzer di quotidiano che gira intorno alla complessa fragilità della madre Perla.
Con una capacità incredibile di dare peso a ogni singola parola, a ogni singola immagine, come fosse racconto di un proprio vissuto personale.
Un libro che ho trovato bellissimo.
Recensione di Paolo Pellegrini
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