RITORNO DALL’INDIA, di Abraham B. Yehoshua
Benji Rubin, giovane medico trentenne, accompagna, in un viaggio in India, il direttore amministrativo dell’ospedale in cui lavora e sua moglie, allo scopo di riportare a casa la figlia ammalata di epatite B. All’inizio Benji pensa di rifiutare, ritenendo tutta la faccenda una scocciatura che lo terrà lontano dall’ospedale ma poi accetta pensando di poterne trarre qualche vantaggio diventando amico del direttore amministrativo dell’ospedale.
Il viaggio in India è descritto in maniera coinvolgente e affascinante, il rispetto dello scrittore nei confronti di una cultura così diversa dalla sua, traspare in ogni sua frase.
Benji all’inizio del viaggio si innamora di questa coppia, una coppia così diversa da quella dei suoi genitori, sempre a mostrare in pubblico quanto si amano e quanto sono dipendenti l’uno dall’altro.
Verso la fine del viaggio, forse solo come una conseguenza dell’innamoramento verso la coppia, Benji si innamora della moglie, una donna più vecchia di lui di vent’anni, grassoccia, per niente bella ma con un sorriso enigmatico.
Le vicende si alternano, ruotando attorno a questo innamoramento, il lettore vorrebbe veder descritto e sviscerato il motivo di tale innamoramento, ma l’autore non lo descrive perché in fondo quando ci si innamora accade e basta.
Bellissime e particolareggiate le descrizioni sul suo lavoro di medico, sulle tecniche di sala operatoria perché come ha scritto l’autore, Benji è anche un medico e quindi il romanzo descrive non solo ciò che sente, ciò che dice ma anche il suo lavoro che è parte di lui. Consigliatissimo
Recensione di Sonia Signorini
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